Durante la crisi economica, l’Italia ha ridotto nettamente le quote annuali di ingresso per lavoratori extra-UE. Ma di manodopera straniera abbiamo ancora bisogno. Serve una strategia che scoraggi il lavoro nero e favorisca canali di ingresso legali.
Autore: Enrico Di Pasquale Pagina 6 di 8
Ricercatore della Fondazione Leone Moressa. Esperto di immigrazione e di euro-progettazione. Ha collaborato in diversi progetti sui seguenti temi: integrazione socio-economica, associazionismo, formazione e comunicazione. Dal 2013 collabora alla realizzazione del Rapporto annuale sull’economia dell’immigrazione. Collabora con "Lavoce.info", "Il Mulino", "Neodemos.it".
Il Consiglio europeo non ha risolto nessuna delle grandi questioni legate ai flussi migratori: gestione delle frontiere esterne, campi profughi in Africa e revisione del regolamento di Dublino. Mentre continua il braccio di ferro tra due visioni opposte.
I ministri dell’Interno dell’UE hanno respinto il compromesso della presidenza bulgara sulla riforma del trattato di Dublino. Il Consiglio europeo di fine mese potrebbe perciò decidere di mantenere le norme attuali. Per l’Italia non sarebbe una vittoria.
Il contratto di governo Lega-M5s promette il rimpatrio di 500 mila migranti irregolari. Un obiettivo difficile da raggiungere senza la cooperazione con i paesi di origine e di transito e la condivisione delle responsabilità con gli altri stati europei.
L’immigrazione è uno dei temi più cari ai populismi e le fake news si sprecano. Si diffondono così false certezze su presunti complotti, che hanno il duplice pregio di individuare facili nemici e di evitare di doversi cimentare con problemi complessi.
Onu e Unhcr hanno presentato le prime bozze dei Global compact su migrazione regolare e rifugiati. Perché nessun paese da solo può gestire il fenomeno e coglierne le opportunità e le sfide. Dubbi sulla distinzione tra rifugiati e migranti economici.
Il tema dell’immigrazione andrebbe affrontato con una politica complessiva che tenga conto della sempre maggiore articolazione del fenomeno. E si dovrebbe puntare su quello che finora in Italia è mancato: percorsi di integrazione sociale e culturale.
Gli immigrati sono oggi un vantaggio per l’Inps. E lo saranno finché la distribuzione per età della popolazione straniera rimarrà simile a quella attuale. Quanto alle truffe di cui spesso si parla, sono un fenomeno del tutto marginale.
Nelle graduatorie per le case popolari gli stranieri sono spesso ai primi posti. Perché hanno redditi nettamente inferiori agli italiani e perché molte famiglie italiane hanno già una casa di proprietà. Ben diversi i numeri delle reali assegnazioni.
Mentre l’Europa e molti paesi occidentali sono alle prese con l’invecchiamento demografico, la popolazione mondiale continua a crescere. Il tema non è certo nuovo, ma va affrontato nell’ambito di politiche di sviluppo basate sulla crescita economica.