Dalla legge di bilancio 2019 non emerge un disegno coerente di politica industriale. I soldi destinati al sistema industriale sono pochi e saranno distribuiti con strumenti discrezionali. Rinnovata invece la “nuova Sabatini”, una misura obsoleta.
Autore: Fabiano Schivardi Pagina 2 di 8
Professore di economia alla LUISS e research fellow all'EIEF. Si interessa di economia industriale e del lavoro, focalizzandosi in particolare su produttività e demografia d’impresa. I suoi lavori recenti considerano gli effetti della struttura dimensionale e proprietaria sulla performance delle imprese. In precedenza ha insegnato presso l'università di Cagliari. Dal 1998 al 2006 ha lavorato al Servizio Studi della Banca d’Italia, dove è stato responsabile dell’Ufficio Analisi Settoriali e Territoriali dal 2004. Ha conseguito il Ph.D. in Economia presso la Stanford University e la laurea e il dottorato presso l’Università Bocconi. È fellow dell’Einaudi Institute of Economics and Finance (EIEF), dell'IGIER e del CEPR. I suoi saggi sono stati pubblicati su riviste internazionali e nazionali. Redattore de lavoce.info.
Il divieto di apertura domenicale dei negozi favorisce i piccoli commercianti e una parte dei lavoratori. Danneggia però i consumatori, che sono una platea molto più vasta. Il governo dovrebbe perciò considerare le conseguenze sul benessere collettivo.
Nel 2017 sono aumentati fatturati, ricavi e redditività lorda delle imprese italiane. Si sono ridotti i debiti finanziari ed è cresciuto il capitale proprio. Però gli effetti di una nuova crisi finanziaria su investimenti e occupazione sarebbero pesanti.
La “filosofia Marchionne” ha dato risultati evidenti in Fiat: era un’impresa sull’orlo del fallimento, è ora una solida multinazionale. L’Italia invece l’ha vista come una minaccia e l’ha rigettata. Ma così non si vincono le sfide della globalizzazione.
Non si può pensare di avere un mondo senza chiusure aziendali. Ed è inevitabile che nei paesi meno sviluppati cresca la produzione di beni a basso valore aggiunto. Va ammodernato il nostro sistema produttivo, facendo leva su ammortizzatori adeguati.
La legge di bilancio conferma gli incentivi per investimenti in attività innovative, ma anche quelli sui macchinari tradizionali. Positivi invece il potenziamento degli istituti tecnici superiori e il credito d’imposta per le spese in formazione 4.0.
Nel processo di ricerca, da parte di Fca, di una dimensione minima di sicurezza, si affaccia un nuovo scenario. Quello di essere acquisita da Great Wall Motors, produttore cinese di auto. Evento improbabile, sia per motivi di sostenibilità economica che di politica europea.
Una liberalizzazione completa dei taxi annullerebbe il valore alle licenze. Ed è un’eventualità a cui i tassisti si oppongono con forza. Ma una tassa sul servizio destinata a finanziare un indennizzo per chi possiede oggi una licenza potrebbe risolvere la questione. Con vantaggi per tutti.
L’Epa ha accusato Fca di aver truccato i controlli sulle emissioni di migliaia di veicoli. Se vero, la multa potrebbe arrivare a 4,6 miliardi di dollari. Un quarto del valore di mercato di Fca. Che potrebbe non mantenere la promessa di nuovi posti di lavoro negli Usa. Da vedere se Trump lo permetterà.
Cinque domande e cinque risposte su taxi e tassisti
Di Sergei Kovbasyuk e Fabiano Schivardi
il 03/03/2017
in Commenti e repliche
Innanzitutto, vorremmo ringraziare tutti i lettori per i commenti e le critiche al nostro articolo, tutte costruttive e civili, cosa che in rete non è sempre scontata. In questa breve risposta, riassumiamo e commentiamo i temi più ricorrenti.
Perché dovremmo compensare i tassisti?
Perché i tassisti dovrebbero essere più garantiti di molti altri lavoratori che hanno visto peggiorare le loro prospettive occupazionali? lavoce.info è un sito di analisi economica. Come tale, approfondisce temi e fa proposte utilizzando gli strumenti dell’economia. In questo articolo abbiamo proposto un meccanismo che potrebbe essere usato per compensare i tassisti. Decidere se compensarli sia “giusto” o “sbagliato” esula dagli obiettivi che ci proponiamo su questo sito. Se sia giusto indennizzare i tassisti, e in che misura, sono domande che rientrano nei giudizi di valore. Ognuno ha la sua opinione. Spetta alla politica rappresentare quelle dei cittadini e tradurle in decisioni su cosa fare in una situazione in cui ci sono interessi in conflitto (tassisti da una parte, utenti e potenziali nuovi tassisti dall’altra).
Bisognerebbe tenere conto di un periodo di ammortamento del valore della licenza?
Tecnicamente, una licenza è un diritto a ottenere una rendita perpetua. Come tale, il suo valore non dipende da quanto la si detiene. Ad esempio, i tassisti “anziani” la usano come sostituto alla liquidazione quando smettono di operare il taxi. Si può decidere di indennizzare diversamente tassisti con diversa anzianità, ma da un punto di vista economico l’ammortamento non è un motivo per farlo.
Come attuare la proposta se in Italia è difficile raccogliere le tasse?
La tecnologia in questo caso aiuta molto. Ad esempio, con Uber ogni corsa viene pagata con carta di credito, l’ordine viene registrato e tecnicamente è facile applicare una tassa.
Le tariffe fisse evitano che gli operatori si approfittino di picchi di domanda per aumentare ingiustamente i prezzi, come fa Uber?
Quando piove trovare un taxi è tanto probabile quanto vincere la lotteria. Aumentare il prezzo è un modo per indurre i tassisti a fare un turno in più quando il loro servizio è particolarmente utile. La teoria economica su questo punto è chiarissima: fare variare il prezzo per equilibrare domanda e offerta è più efficiente che utilizzare schemi di razionamento.
Esistono altri schemi?
Sì esistono schemi diversi da quello da noi proposto. Uno alternativo al nostro sarebbe di vendere le licenze ai nuovi tassisti e usare i proventi per indennizzare i vecchi. Il problema è che si creerebbe una platea ancora più numerosa di tassisti pronti a opporsi a ogni altra liberalizzazione. Inoltre, diventerebbero tassisti solo coloro che hanno già i soldi per pagare la licenza o coloro che li possono prendere a prestito. Nella nostra proposta, invece, le licenze sono gratuite e non a numero programmato. Chiunque soddisfi determinanti requisiti la può ottenere.