Inclusione economica e sociale passano anche da un servizio Internet a banda larga accessibile a tutti i cittadini. Se in Italia il problema è ridurre la distanza tra domanda e offerta, l’obiettivo del nuovo governo dovrebbe essere la connessione a 30 mega.
Autore: Fabrizio Dalle Nogare
Fabrizio Dalle Nogare è professore a contratto di Diritto della rete presso il Dipartimento di Scienze Aziendali dell’Università Alma Mater Studiorum di Bologna. Laureato in Giurisprudenza, ha conseguito il Master in “Alti studi giuridici europei” presso il Collège d’Europe di Bruges. Da oltre 25 anni lavora (tra Bruxelles e Roma) nel settore delle reti e dei servizi di comunicazione elettronica, ricoprendo incarichi presso le istituzioni europee (Commissione e Parlamento) e il settore privato. È attualmente Direttore Affari Generali e Compliance della Fondazione Ugo Bordoni, dopo una lunga carriera in TIM dove ha ricoperto, tra gli altri, l’incarico di Vice President Public Affairs e Direttore dell’Organo di vigilanza sulla parità di accesso alla rete. Ha al suo attivo numerose pubblicazioni in italiano e francese in materia di diritto dei consumatori e regolamentazione delle reti e dei servizi di comunicazione elettronica. Nel 2019 ha pubblicato il manuale "Regolazione e mercato delle comunicazioni elettroniche" edito da Giappichelli.
Invocando il principio europeo di precauzione, l’Italia continua a mantenere limiti di esposizione ai campi elettromagnetici più alti rispetto agli altri paesi Ue. Ma è arrivato il tempo di aggiornare le norme, per tener conto dei progressi scientifici.
L’Italia ha accumulato un grave ritardo nella realizzazione di reti ad altissima capacità. Eppure, ci sono ora tutti gli strumenti per sostenere l’offerta e la domanda di connettività a banda larghissima. E le scelte ormai non sono più procrastinabili.