Finora le regioni hanno stanziato 4 miliardi per interventi a sostegno delle famiglie e del sistema produttivo nell’emergenza Covid-19. Una prima mappatura delle misure mostra quanto può essere vantaggiosa la collaborazione tra stato e sistema regionale.
Autore: Fabrizio Tuzi
Fabrizio Tuzi, è Dirigente tecnologo dell’Istituto sui sistemi regionali, federali e sulle autonomie “Massimo Severo Giannini” del Cnr ed è impegnato sui temi del regionalismo, del federalismo e delle autonomie. Costituiscono specifici temi di approfondimento l’analisi del funzionamento della pubblica amministrazione nei diversi livelli istituzionali, gli effetti del processo di attuazione del federalismo fiscale sull’autonomia di spesa delle regioni, l’analisi delle politiche sul trasporto pubblico locale e le politiche regionali di sostegno al mercato del credito. E’ stato direttore generale del Cnr e dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI). Ha recentemente pubblicato per Rubbettino il libro dal titolo “Amministrazione Pubblica: dall’egoismo alla competizione. Manuale per una sopravvivenza operosa” (2016).
Ogni anno la pubblica amministrazione spende almeno 150 miliardi nell’acquisto di beni e servizi. Attraverso un piano nazionale sulla domanda pubblica “intelligente” una parte di queste risorse potrebbe stimolare innovazione e crescita economica.
Al centro della campagna dei referendum autonomisti in Veneto e Lombardia, i residui fiscali riflettono la redistribuzione di risorse tra aree del paese con redditi diversi. Non ne beneficia solo il Sud. Anzi, lì la spesa pubblica è leggermente più bassa.