Grazie dei commenti ad ampio spettro. Ognuno richiederebbe un ulteriore articolo. Mi è chiaro che se dalla crisi usciamo senza i giovani, e soprattutto senza i giovani del Sud, ciò alimenterà la criminalità e l’instabilità sociale. Non mi piace l’idea del baratto tra sicurezza del posto per gli adulti in cambio di una speranza di entrata per i giovani come modalità di uscita dalla crisi. In un’economia in crisi e che non crea posti di lavoro nuovi, difendere i posti e le professionalità esistenti con la CIG ha funzionato bene. Di fatto la CIG – nelle sue varie forme – è uno strumento efficace per preservare i posti di lavoro e le professionalità esistenti in un momento di difficoltà . Ma le difficoltà di alcuni settori – come quello automobilistico – non sono di breve periodo e richiedono invece un adattamento alle nuove sfide mondiali (Porsche-Volkswagen, PSA-Mitsubishi, la Nano a 1500 euro). Per vincere queste sfide la CIG non basta. Alcuni lettori sottolineano infatti l’urgenza di cambiare organizzazione e – si sarebbe detto una volta – "modello di sviluppo", per spostarci verso qualcosa che sia più centrato sull’intelligenza, sulla conoscenza, sull’alta qualità (che non vuol dire necessariamente high-tech). Tutti d’accordo. Ma non è un free lunch. Per "cambiare modello di sviluppo", per andare oltre i 600 euro mensili, ci vogliono scuole e università più efficienti in cui gli studenti bravi vengano premiati nel loro curriculum scolastico e anche sul mercato del lavoro da aziende di maggiore dimensione che garantiscano loro una carriera decente. E ci vorrebbe un sistema in cui le università meno efficaci ricevano un taglio consistente di risorse in favore di quelle che fanno meglio il loro mestiere di aiutare tutti i giovani a trovare un lavoro e qualcuno di loro a fare ricerca. Sono queste le cose di cui si dovrebbe essere disposti a parlare quando si parla di un "nuovo modello di sviluppo". Ma vuol dire dimenticare l’egualitarismo dei risultati di cui è intrisa la cultura politica italiana. Di destra e di sinistra.