Il Plafond casa è un fondo istituito per favorire l’accesso al credito per acquistare o ristrutturare una casa. Il bilancio dopo sei mesi evidenzia uno scarso interesse da parte delle banche. E ben pochi mutui concessi su questa base. Il problema è che mancano le risorse per abbattere i tassi.
Autore: Francesco Vella Pagina 7 di 16
Francesco Vella insegna Diritto Commerciale e Diritto Bancario all’Università di Bologna. Nella sua attività di ricerca ha prodotto quattro manuali (tutti editi dal Mulino), quattro monografie e numerose pubblicazioni in volumi collettanei e riviste in materia bancaria, finanziaria e societaria. Ha ricoperto e ricopre incarichi in organismi di controllo e di amministrazione, come amministratore indipendente, in società quotate. E’ tra i soci fondatori dell’Associazione Disiano Preite. È membro della redazione della voce.info.
L’accordo per la creazione del Single Resolution Mechanism è molto complesso e presenta innegabili criticità . Ma è importante perché completa l’Unione bancaria. E, per la prima volta, introduce nell’area euro il principio della gestione centralizzata delle crisi bancarie.
Il mercato immobiliare resta fermo non solo per mancanza di liquidità delle banche, ma forse anche perché i prezzi delle case continuano a rimanere alti rispetto alle disponibilità di chi vorrebbe acquistarle. Sono necessari altri interventi oltre quelli attraverso la Cassa depositi e prestiti.
La Bank Recovery and Resolution Directive cerca di delineare un quadro comune per disciplinare le crisi delle banche. Ed è il tassello che mancava all’unione bancaria. Sicuramente è un ingranaggio complesso e non mancheranno ostacoli al suo funzionamento. Ma difficilmente si potrà tornare indietro.
Il credito alle piccole e medie imprese è la chiave di volta per la ripresa. Nel Regno Unito hanno provato a favorirlo con un programma che punta a ridurre il tasso di interesse. Ma proprio qui sta la ragione dello scarso successo che finora ha incontrato. Una lezione valida anche per l’Italia.
L’edilizia è spesso vista come un settore che può dare un forte contributo alla crescita del paese. Ma oggi le stime dicono che ci sono circa 340mila nuove abitazioni invendute. Anche perché le banche hanno praticamente bloccato la concessione di mutui. Gli strumenti per cambiare la situazione.
Dalle piattaforme elettorali per le imprese, soprattutto quelle piccole e medie, si ricava l’impressione di impegni generici, a volte semplici slogan. Anche quando le proposte sono più puntuali, come quelle del Partito democratico, non è facile capirne le potenzialità e i tempi per l’attuazione.
L’economia comportamentale suggerisce che per incentivare un’attività molto rischiosa con elevati tassi di insuccesso, come una start-up, non sono necessari gli incentivi fiscali, quanto meccanismi assicurativi che consentano un atterraggio morbido nella probabile ipotesi che le cose vadano male.
Una norma sulle crisi di impresa, varata dal Governo, consente all’imprenditore di elaborare, sotto la vigilanza del tribunale, soluzioni per tutelare l’interesse dei creditori e mantenere i valori aziendali. Razionalizza accordi stragiudiziali e piani di risanamento.
La vigilanza del ministero dell’Economia sulle fondazioni bancarie doveva essere una soluzione transitoria, in attesa dell’Authority per il controllo di tutte le organizzazioni non profit. Che però non è mai stata varata. Una riforma semplice permetterebbe di risolvere la questione.