Molta attenzione è stata posta sulla tassazione di Sky, ma il decreto anti-crisi ha un’altra perla: l’annullamento retroattivo dell’agevolazione fiscale sul risparmio energetico.
In base alla normativa pre-decreto, chi nel corso del 2008 avesse effettuato investimenti atti a realizzare risparmio energetico aveva diritto ad una detrazione fiscale del 55%. Lo spirito della normativa era chiaro: incentivare investimenti finalizzati al risparmio energetico. Ma una volta che gli investimenti sono stati realizzati, ovvero a fine novembre 2008, perchè non rimangiarsi la promessa di de-tassazione? E’ esattamente quello che il decreto legge anti-crisi fa, in osservanza al principio del “chi ha avuto ha avuto e chi ha dato ha dato” (efficace espressione per quello che gli economisti pomposamente definiscono “time-inconsistency problem”).
Il decreto annulla retroattivamente la certezza del diritto all’agevolazione fiscale maturato con la realizzazione degli interventi effettuati nel 2008:
1) definisce un tetto complessivo alle agevolazioni (82,7 milioni di euro per il 2008). Interessante: il tetto si innalza per gli anni futuri; si vogliono “incentivare” gli investimenti futuri (quelli non ancora realizzati). Stante il volta-faccia corrente, se proprio si vorrà investire in futuro, la strategia dominante sarà quella usuale: non-fatturazione (in nero).
2)   Prevede la presentazione telematica delle istanze di agevolazione fiscale per gli interventi realizzati nel 2008 a decorrere dal 15 gennaio 2009 e fino al 27 febbraio 2009.
3)   L’esame delle istanze seguirà l’ordine cronologico – prevedibilmente, il 15 gennaio 2009 il sito dedicato andrà in tilt a un minuto dalla sua attivazione.
In buona sostanza, il decreto sostituisce (ex-post) la certezza del diritto con la "lotteria agevolazione fiscale" che ricorda quella che fu la “lotteria badanti” della Bossi-Fini.
I tempi sono difficili, la crisi incombe e il morale è depresso, è davvero necessario infierire con una immagine così miserevole dello Stato di diritto?