Dall’analisi comparata del recente voto europeo esce convalidato il modello di elezioni di “secondo ordine”, caratterizzato da astensionismo, risultati negativi per i partiti di governo e successo di quelli minori. Accade soprattutto dove gli elettori hanno ben chiara la distinzione tra Europee e votazioni nazionali e sanno che il risultato non avrà conseguenze sul governo del paese. L’Italia fa eccezione, ma solo in parte. Ed è confortante che ben pochi chiedano il ritorno al sistema proporzionale per l’elezione del Parlamento italiano.