Nella gestione del denaro essere pazienti significa saper rinunciare a una somma oggi per averne una più alta domani. È un atteggiamento che i genitori possono trasmettere ai figli? L’esempio si conferma il miglior mezzo educativo, con qualche cautela.
Autore: Giovanna Paladino
PhD in Economia, è il Capo della Segreteria Tecnica di Presidenza di IntesaSanpaolo e il Direttore/Curatore del Museo del Risparmio, un laboratorio di educazione finanziaria che si trova a Torino. È stata young economist presso il FMI, Jean Monnet fellow presso il “European University Institute” e ha insegnato “Economia dei Mercati Monetari e Finanziari” presso l’Università LUISS per circa 10 anni. Ha completato gli studi post laurea presso il “Graduate Institute of International Studies” a Ginevra e presso la Brown University negli USA. Pubblica regolarmente su riveste specialistiche articoli scientifici su temi collegati ai mercati delle commodity, all’economia internazionale, alla corporate finance e più recentemente all’educazione finanziaria.
La scuola non svolge alcun ruolo nell’educazione finanziaria degli adolescenti, che passa tutta attraverso la famiglia. Ne deriva un approccio alla gestione del denaro ancorato al passato. Rafforzare le proprie competenze sarebbe utile a genitori e figli.
La formulazione delle domande influenza le risposte ai questionari sulle conoscenze finanziarie degli italiani, soprattutto per donne e giovani. Non si traduce però in una maggiore alfabetizzazione complessiva. Per questo serve la matematica di base.
C’è una relazione tra la sensibilità ambientale dei più giovani e la loro consapevolezza nell’uso del denaro? Uno studio dice di sì. L’educazione economico-finanziaria potrebbe allora diventare uno strumento di educazione alla sostenibilità.