La regolarizzazione degli immigrati irregolari favorisce la loro integrazione. Aumenta infatti il loro grado di fiducia nelle istituzioni del paese ospitante. Cresce così anche la volontà di denunciare reati e abusi. Lo mostrano i risultati di uno studio.
Autore: Giovanni Mastrobuoni
Giovanni Mastrobuoni ha conseguito un dottorato in Economia presso l’Università di Princeton nel 2006. Attualmente è professore associato del Dipartimento di Economia all'Universita' di Essex. E' stato Assistant Professor presso il Collegio Carlo Alberto e ricercatore affiliato presso Netspar (in Olanda) e IZA (Germania). La sua ricerca si concentra sull’economia del lavoro e sull’economia del crimine ed è stata pubblicata su varie riviste internazionali. E’ stato visiting fellow al Nuffield College (Oxford University), alla Italian Academy (Columbia University, New York), alla Universitat Autonoma de Barcellona e alla Indistrial Relations Section della Princeton University.
Non sarà la soluzione di tutti i problemi di sovraffollamento, ma nel decreto svuota-carceri ci sono alcune novità positive. Dalla selezione dei detenuti meno pericolosi e meno propensi a essere recidivi al più ampio utilizzo del braccialetto elettronico. Come superare l’approccio emergenziale.
A sette anni dall’ultimo indulto l’affollamento delle carceri è ulteriormente peggiorato. Il riproporsi del dramma sancisce, come ha rimarcato Giorgio Napolitano, l’incapacità della politica di risolvere il problema. Eppure le soluzioni ci sarebbero.
Sta per arrivare un decreto per ridurre il sovraffollamento degli istituti di detenzione. Lo farà attraverso la modifica dei flussi in entrata e di quelli in uscita. Dovrebbe però tenere fermo il principio della selezione dei criminali meno pericolosi e meno propensi a essere recidivi.
Come una bomba a orologeria, torna la minaccia dell’insostenibilità del sovraffollamento delle carceri. E il Presidente Napolitano parla di possibili amnistie e indulti. Che tuttavia non sono rimedi duraturi e aumentano i crimini, come mostra l’evidenza empirica. Costruire nuove carceri è necessario, ma le risorse economiche scarseggiano e manca la volontà politica di realizzare opere che nell’immediato non possono dare risultati da spendere elettoralmente. Le valide soluzioni, però, non mancano: dal braccialetto elettronico per i condannati meno pericolosi alla depenalizzazione.
A Napoli si producono in media le stesse quantità di rifiuti pro capite delle altre province italiane, più di un chilo al giorno. Ma a Torino i cittadini ne raccolgono in modo differenziato circa il 40 per cento, a Roma e Bari la percentuale è vicina al 10 per cento mentre nella città campana siamo sotto l’8 per cento. A spiegare tanta differenza non sono solo ragioni economiche, ma anche le norme sociali. E allora, la vera questione diventa quali siano le politiche da adottare per incrementare il capitale sociale e, di conseguenza, la raccolta differenziata.
Le statistiche dicono che dopo l’ultimo indulto le rapine in banca sono quasi raddoppiate. Più in generale, varie tipologie di crimine subiscono improvvise impennate nei periodi successivi ai provvedimenti di clemenza. Con costi sociali superiori ai benefici. Tuttavia il sovraffollamento delle carceri è un problema reale. Eventuali nuove misure dovrebbero tener conto della necessità di selezionare in modo rigoroso i detenuti da liberare. I modelli econometrici potrebbero aiutare a definire i criminali abituali. Per escluderli dal beneficio.