Il ministro Gelmini, nel difendere le parole di contrapposizione della scuola privata e scuola pubblica pronunciate dal Presidente del Consiglio al congresso dei Cristiano riformisti, ha sostenuto:
Noi vogliamo un sistema educativo che abbandoni vecchi slogan e punti sul merito, sull’efficienza e sulla valutazione per valorizzare ancora di più il ruolo dei docenti e dare agli studenti una formazione di qualità.
Affermazione più che condivisibile. Vediamo allora di applicare i parametri suggeriti dal Ministro Gelmini alla scuola pubblica e privata.
Il grafico qui sotto mostra i punteggi di scuole pubbliche e private nei test Pisa condotti nel 2006 in Italia. Pisa (acronimo di Programme for international student assessment) è una indagine internazionale promossa dall’Ocse nata con lo scopo di valutare con periodicità triennale il livello di competenze dei quindicenni dei principali paesi industrializzati Come si vede chiaramente, gli studenti delle scuole private hanno un livello di competenze acquisite nettamente inferiore a quello degli studenti delle scuole pubbliche sia nelle conoscenze matematiche, sia nella comprensione del testo, sia nelle competenze scientifiche. Si noti che queste statistiche non tengono conto del livello di istruzione e di reddito dei genitori (più alto nella scuola privata) che mediamente porta a risultati migliori dei figli. Qualora si controllasse per questi fattori il divario sarebbe ancora più accentuato.
Spesso in Italia la scuola privata ospita figli di famiglie ricche che cercano di recuperare anni persi nell’istruzione pubblica. In altre parole la scuola privata serve come canale per evitare la selezione della scuola pubblica e contribuisce ad abbassare il livello qualitativo medio del sistema educativo.
Ministro Gelmini, alla luce dei test Pisa non crede che, almeno sin quando i rendimenti della scuola privata non miglioreranno, andrebbe riconsiderata la sua scelta di tagliare i fondi alla scuola pubblica e di aumentare i trasferimenti alla scuola privata?
Valore mediano misurato sugli studenti quindicenni italiani che frequentano il secondo anno degli istituti classificati sulla base dellassetto istituzionale.