I prezzi molto convenienti proposti dalle piattaforme nascondono talvolta sorprese al momento di pagare il conto. La scelta di totale trasparenza aiuta a migliorare l’efficienza del mercato. Ma può avere effetti ambivalenti per i consumatori.
Autore: Leonardo Madio
Leonardo Madio, Senior Assistant Professor (Ricercatore a tempo determinato di tipo B) presso l’Università di Padova e Visiting Associate Professor presso la Toulouse School of Economics. È Research Affiliate presso il CESifo (Munich) e presso l’Health, Econometrics and Data Group (HEDG) dell’Università di York, dove ha conseguito il Ph.D in Economics. Ha ricoperto ruoli di postdoc alla Toulouse School of Economics e al CORE (Centre for Operations Research and Econometrics) dell'Université catholique de Louvain. Dal 2020 al 2023, è stato "Unicredit & Universities Foscolo Europe Fellow" presso l'Università di Padova e ha svolto periodi di visiting all'ESMT Berlin. Si occupa principalmente di economia digitale e delle piattaforme, di regolamentazione dei mercati, ed altri temi di economia pubblica ed industriale. Pubblicazioni ed informazioni sulla più recente attività di ricerca sono disponibili sul sito: http://www.leonardomadio.eu/
Sebbene dichiarati inammissibili dalla Consulta, i due referendum su eutanasia e cannabis hanno ridestato un senso di partecipazione alla politica dei giovani. Tuttavia il supporto mostra una forte eterogeneità di genere, età, e territoriale.
Presentate dalla Commissione quasi un anno fa, le misure di regolamentazione dei mercati e dei servizi digitali aspettano l’approvazione di Parlamento e Consiglio europeo. Nel frattempo, le grandi piattaforme hanno adottato nuove strategie commerciali.
L’emergenza sanitaria ha accelerato la progressiva transizione verso un mondo sempre più tecnologico e digitale. A partire dallo smart working, con i suoi vantaggi e rischi. Sono però necessari investimenti consistenti e una regolamentazione chiara.
La cannabis light è arrivata in Italia nel 2017 grazie a una “liberalizzazione involontaria”. Dove sono stati aperti più negozi sono diminuiti i sequestri di stupefacenti e la vendita di tranquillanti. Ora però serve una regolamentazione del fenomeno.