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Autore: Luigi Marini

UNA GIUSTIZIA DOUBLE FACE

Solo attraverso obiettivi realizzabili e un richiamo alla responsabilità si pongono le premesse perché le valutazioni di professionalità e le sanzioni abbiano possibilità di essere giuste, effettive ed efficaci: puntare tutto sulla frusta e sul conflitto permanente non ha funzionato con nessuna categoria professionale. E non funzionerà con i magistrati. A meno che l’obiettivo non sia una giustizia al ribasso, che assicuri alla classe politica la tranquillità, intesa come sicurezza e impunità.

E in magistratura largo agli anziani

Una sentenza della Corte costituzionale cancella la legge che fissava in sessantasei anni il limite di età dei magistrati per partecipare a concorsi per dirigere uffici giudiziari di merito. Norma dettata da ragioni molto specifiche e poco attente agli interessi della giustizia, ma che aveva avuto il merito di riaprire il dibattito sui requisiti e sul ruolo del magistrato dirigente e sul criterio dell’anzianità. Se la politica non saprà uscire da logiche di piccolo cabotaggio ed esprimere rapidamente un progetto coerente e forte, il sistema finirà per collassare.

Sette mesi dopo l’indulto

Il provvedimento ha quasi dimezzato le presenze nelle carceri italiane e riavvicinato le strutture a una dimensione di legalità. Ha segnato però la crisi dei rapporti fra il processo penale e il suo stesso scopo, che non si limita all’accertamento dei fatti, ma prevede l’esecuzione delle decisioni prese. Fra allarmi sociali ingiustificati e rinuncia a un intervento complessivo sul sistema delle pene e sul recupero della loro funzione costituzionale, l’indulto ci rimanda una politica che si condanna da sola a interventi emergenziali, che rinviano i problemi e sempre li aggravano.

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