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Autore: Marcello Basili

Marcello Basili è Professore associato di Economia Politica presso l'Università di Siena. I suoi i nteressi di ricerca riguardano l'economia ambientale e dello Sviluppo, i mercati finanziari, la risk analysis e la teoria delle decisioni.

Allarme virus: si è usata la massima precauzione?

Fenomeni potenzialmente catastrofici come il coronavirus richiederebbero l’applicazione del principio di precauzione. Il confronto fra due circolari fa pensare invece che l’attenzione alla massima precauzione possibile a un certo punto si sia ridotta e che l’allarme sia stato sottovalutato.

E ROMA ASPETTA ANCORA IL TAXI

Il decreto Bersani sulla liberalizzazione delle licenze di taxi mirava a introdurre principi di mercato nel sistema. Il decisore pubblico avrebbe esercitato il proprio controllo attraverso il sistema tariffario. A Roma si è scelta una strada diversa. Che finisce per scontentare tutti. E soprattutto si traduce in costi sociali estremamente elevati: dalle attese prolungate alle richieste di aumenti tariffari volti a ricostituire la rendita o valore implicito della licenza, ai comportamenti di free riding e a una conflittualità permanente che penalizza la città.

Una resa incondizionata

E’ terminata ormai la vertenza tra i tassisti e il Ministro Bersani; inutile negare l’evidenza, hanno vinto i tassisti. L’articolo 6 del decreto legge è stato sostituito da un emendamento che prevede vari tipi di accordi fra comuni e associazioni di categoria. Il cuore dell’accordo peraltro è l’istituzione del doppio turno facoltativo, il ricorso a bandi straordinari e la concessione di licenze temporanee.

Rimedi contro la psicosi da aviaria

L’influenza aviaria ha già contagiato tre continenti. La forte riduzione dei consumi di pollo ha certamente dato luogo a redistribuzioni nei flussi di spesa a vantaggio di altri. Gli aiuti al settore potrebbero perciò prendere la forma di mirati prelievi solidaristici. La strategia di produrre antivirale sulla base della sola domanda di mercato è del tutto inadeguata. L’Unione Europea deve farsi promotrice di azioni per attivarne immediatamente la produzione su vasta scala. Mettendo in pratica quel principio di precauzione enunciato nella Costituzione europea.

Per qualche antivirale in più

In attesa del vaccino, per contrastare l’influenza aviaria i Governi hanno un solo strumento: dotarsi di scorte diversificate e quantitativamente sufficienti di antivirali. L’offerta è però limitata. Gli organismi sovra-nazionali dovrebbero perciò assumersi la responsabilità diretta della produzione. Avrebbero così l’occasione per verificare la capacità di risposta tempestiva delle strutture internazionali a emergenze sanitarie e umanitarie mondiali. Non farlo significa rendere più probabili gli scenari peggiori, con costi, anche economici, altissimi.

Il virus della paura

Anche il solo timore di una pandemia genera rilevanti effetti economici negativi. L’unica strategia efficace per contenere l’allarmismo è agire in modo rapido per assicurare la produzione in quantità adeguata dei farmaci in grado di prevenire o contrastare il virus. Nel caso dell’influenza aviaria i ritardi sono già gravi a livello nazionale e internazionale. Si potrebbe coprire il fabbisogno di antivirali e antiepidemici indotto da profilassi e trattamenti di massa ricorrendo a unità di produzione sotto la diretta responsabilità del commissario europeo alla Salute.

L’influenza aviaria e il principio di precauzione

Il recente allarme scatenato dal virus A(H5N1), evidenzia l’indisponibilità delle principali industrie farmaceutiche a sostenere i rischi connessi all’incertezza sulla domanda futura. In presenza di una domanda di mercato incerta, compito delle autorità pubbliche dovrebbe essere quello di promuovere meccanismi che incentivino le imprese private ad attivare linee di ricerca e di produzione.

Più punti, più infrazioni

Perché la patente a punti dovrebbe comportare una riduzione degli incidenti stradali? Non c’è una teoria a spiegarlo né risultati definitivi delle indagini empiriche. Certo è che i guidatori diventano più virtuosi quando si avvicinano alla soglia del ritiro della patente. I punti funzionano come deterrente solo se diventano una risorsa scarsa. Ma in Italia reintegrarli non è costoso. Se ne incentiva così un consumo maggiore, con un tasso più elevato di violazione del codice della strada. Sarebbe invece auspicabile eliminare i bonus e ridurre le occasioni di riacquisto.

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