Così come labbiamo sperimentato per quasi mezzo secolo, paritario e indifferenziato, il sistema delle due Camere non ha probabilmente più motivo di esistere. Ma non era privo di senso e non ha funzionato male. Il Senato federale, come proposto dalla riforma costituzionale, potrebbe invece ostacolare la capacità decisionale del Governo, che altri interventi puntano a rafforzare. Una contraddizione di cui essere consapevoli, anche se le due logiche non sono incompatibili.
Autore: Marco Giuliani
Direttore del Dipartimento di scienze sociali e politiche dell'Università Statale di Milano. Sotto il profilo della ricerca si occupa prevalentemente di Unione europea, di relazioni fra UE e paesi membri, di analisi dei parlamenti e dei processi legislativi.
I politici amano discutere di riforme istituzionali anche quando dovrebbero occuparsi di altro. Invece di discettare su premierato alla svedese o cancellierato rafforzato, più utile sarebbe iniziare da riforme meno altisonanti. E riprendere dalle esperienze straniere quegli elementi che assicurano la possibilità di realizzare il programma di Governo. Esiste infatti una larga varietà di strumenti per vincolare liniziativa legislativa parlamentare e migliorare lefficacia decisionale dellesecutivo.
L’effetto dei diversi assetti istituzionali sull’efficacia, efficienza e equità delle politiche pubbliche è incerto. Se davvero si vuole imprimere una svolta maggioritaria al sistema italiano, conviene forse guardare a regole di minor livello, più vicine però ai meccanismi decisionali, come i regolamenti parlamentari.