Allinizio della legislatura è stato riproposto, non senza polemiche, il nucleare nel mix energetico del nostro paese. Gli avvenimenti in Giappone hanno ancora una volta posto in primo piano i rischi di questo tipo di tecnologia riportando alla mente quanto accaduto a Černobyl’ il 26 aprile del 1986 insieme alla pericolosità delle stesse centrali nucleari. Oggi, lopinione pubblica italiana è fortemente contraria allutilizzo dellatomo per produrre energia. In un recente sondaggio del Sole 24Ore nel quale veniva chiesto agli intervistati se erano o meno favorevoli al ritorno al nucleare, il 61 per cento delle persone si è dichiarato contrario, mentre alla domanda su quale futuro energetico sia auspicabile per il paese, il 59 per cento ha risposto dicendosi favorevole alle fonti rinnovabili e solo l11 per cento al nucleare.
REFERENDUM VECCHI E NUOVI
Qualche volta la memoria storica del nostro paese dimostra di essere piuttosto corta. Nel 1987 gli italiani furono chiamati a pronunciarsi su tre referendum in materia di nucleare: il primo per labolizione della procedura per la localizzazione delle centrali elettronucleari, il secondo per labolizione dei contributi a Regioni e Comuni sedi di impianti elettronucleari e il terzo per labolizione della partecipazione dellEnel alla realizzazione di impianti elettronucleari allestero. In tutti e tre i casi le percentuali di contrari furono schiaccianti: rispettivamente 80,6 per cento, 79,7 per cento e 71,9 per cento.
Come prevedibile il nuovo referendum sul nucleare, che si terrà il 12 e il 13 giugno prossimo, dovrebbe trasformarsi in un plebiscito di voti contrari e, se così fosse, sarebbe davvero opportuno mettere da parte una volta per tutte largomento e investire massicciamente su fonti pulite e inesauribili come sole e vento. Non possiamo più correre dietro a una tecnologia che le Regioni non vogliono e che lopinione pubblica ha dato più volte mostra di rifiutare. Riguardo al prossimo referendum, Eugenio Scalfari, intervistato il 14 marzo da La7, ha forse riassunto meglio di altri le motivazioni che lo portano a essere contrario al nucleare. Scalfari ha detto che il nucleare comporta molti rischi, se fosse fondamentale per i nostri approvvigionamenti di energia forse voterei a favore, ma è estremamente costoso e non è affatto fondamentale né come prezzo né come quantità e quindi, non essendo necessario, prevale la considerazione del rischio.
LA CAUTELA DI MOLTI PAESI
Considerando i tempi, i costi e i rischi di nuovi impianti nucleari, viene da chiedersi quale sia stato il motivo che ha portato sotto i riflettori il rinnovato interesse per il nucleare: secondo leconomista Paolo Leon a livello economico ci conviene importare lenergia dalla Francia. A prescindere dalle possibili motivazioni, una cosa è certa: in Germania Angela Merkel, ha deciso di posticipare linizio dei lavori per prolungare la vita dei diciassette reattori nucleari del paese. La Svizzera ha sospeso le procedure in corso relative alle domande di autorizzazione per nuove centrali nucleari e la città di San Gallo ha deciso, con il 61,4 per cento dei voti, di abbandonare gradualmente lenergia nucleare entro il 2050 utilizzando le energie rinnovabili e promuovendo lefficienza e il risparmio energetico. Il risultato del referendum fa ora parte del codice comunale cittadino.
In Belgio il ministro dellInterno Turtleboom, esponente dei liberali fiamminghi da sempre favorevoli allenergia atomica, ha invitato a incoraggiare le energie rinnovabili perché – si legge in una nota dellAdnkronos – quello che succede in Giappone avrà uninfluenza sulla nostra riflessione a proposito del prolungamento di vita delle centrali belghe. La stessa Australia, che ha il 30 per cento delle miniere di uranio, ribadisce attraverso il premier Julia Gillard il suo no alla costruzione di centrali. La posizione dei laburisti non lascia dubbi non puntiamo allo sviluppo di unindustria nucleare in questo paese.
In Canada lo scorso 16 marzo la Ontario Power Generation ha comunicato al Federal Nuclear Regulator canadese lo sversamento nel lago Ontario di circa 73mila litri di acqua demineralizzata dalla centrale nucleare di Pickering, a 35 chilometri a est di Toronto. La centrale è una delle cinque presenti in Canada e sembra che lincidente sia stato causato dal guasto di una guarnizione. Nonostante le rassicurazioni della Canadian Nuclear Safety Commission, lo sversamento potrebbe essere in realtà molto preoccupante, perché il lago Ontario è la principale fonte di acqua potabile per milioni di persone che vivono nelle sue vicinanze.
Il nostro paese deve ridurre la propria dipendenza energetica dallestero e investire in un mix di fonti energetiche. Nel corso degli ultimi decenni siamo sempre più diventati energivori, ormai non si può più attendere: bisogna investire in impianti per lo sfruttamento delle fonti energetiche rinnovabili (sole, vento, suolo, acqua, biomasse) e nel risparmio energetico. Basti considerare che in un appartamento, attraverso pareti e finestre, si disperde più della metà dellenergia prodotta dallimpianto di riscaldamento, mentre un buon isolamento può ridurre la dispersione anche del 50 per cento. In un interessante volume del 2009 edito da Feltrinelli, dal titolo La nuova ecologia politica. Economia e sviluppo umano, Jean-Paul Fitoussi e Éloi Laurent scrivono noi crediamo che sia possibile proseguire sul cammino dello sviluppo umano senza sacrificare gli ecosistemi terrestri, ma a condizione di far crescere il nostro livello di esigenza democratica. Leguaglianza ecologica è la chiave dello sviluppo durevole. Ma questa nuova ecologia politica ha bisogno, per cominciare, di un grande sforzo di revisione intellettuale e forse, bisogna iniziare proprio da qui.