Spesso le misure contro la povertà non riescono a raggiungere le persone che più ne avrebbero bisogno, a causa di situazioni di grave emarginazione. Campagne informative e attività di sensibilizzazione rivolte ai beneficiari possono aiutare.
Autore: Marco Marucci
Laureato in Economia Politica con master in Progettazione e Cooperazione allo sviluppo, è attualmente ricercatore presso INAPP – Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche. Si occupa dei temi legati all’esclusione sociale e al Terzo settore. In particolare contribuendo agli studi sul reddito minimo, sulla disuguaglianza, sulla riforma del terzo settore e alla valutazione dei progetti.
L’aumento di pochi punti percentuali dei tassi deciso dalla Bce porta a forti incrementi delle rate dei mutui a tasso variabile. Ne potrebbe derivare un problema di sostenibilità economica dei costi abitativi, pronto a trasformarsi in un problema sociale.
Il dibattito sul reddito di cittadinanza si è concentrato sulla scarsa capacità della misura di avviare i beneficiari al lavoro. L’analisi dovrebbe riguardare invece i percettori che un lavoro ce l’hanno, ma ben poco stabile e scarsamente pagato.
Fissare un livello di salario minimo non esaurisce la questione dei lavoratori poveri. Perché il fenomeno non riguarda solo i dipendenti, ma una fascia molto più ampia di persone. E per affrontarlo va costruita una strategia multidimensionale.
Il decreto legislativo che sancisce il diritto all’educazione nella prima infanzia stanzia anche le risorse che dovrebbero renderlo effettivo. Non sono molte. E la loro distribuzione dovrebbe tenere conto delle disparità regionali nella copertura dei servizi, soprattutto per gli asili nido.