Chiusura delle scuole e didattica a distanza hanno inciso sulle dinamiche di apprendimento dei bambini, specialmente i più vulnerabili. E sull’organizzazione del lavoro nelle famiglie. La programmazione per il prossimo anno scolastico deve terne conto.
Autore: Maria Bigoni
Maria Bigoni è professore presso il dipartimento di Scienze Economiche dell'Università di Bologna. Ha conseguito il diploma di dottorato in Economia, Mercati e Istituzioni presso l'IMT di Lucca. Ha trascorso periodi come visiting scholar presso la Stockholm School of Economics (2006 and 2007), l'Università di Tilburg (2008), la Purdue University (2011) e la Chapman University (2019). Ha pubblicato su riviste internazionali come Econometrica, the RAND Journal of Economics, the Economic Journal, the American Economic Journal - microeconomics, e the Journal of Monetary Economics. I suoi interessi di ricerca principali vertono sull'economia sperimentale, applicata allo studio della cooperazione in dilemmi sociali ripetuti, all'organizzazione industriale e all'apprendimento. Recentemente ha intrapreso anche una linea di ricerca concentrata sullo studio degli effetti della diseguaglianza economica sulla cooperazione. E' editor principale del Journal of the Economic Science Association.
La chiusura prolungata delle scuole ha imposto ai genitori anche un ruolo “didattico”. Per aiutarli a svolgere questo compito è importante fornire loro strumenti semplici e chiari. Potrebbero rivelarsi utili anche per ridurre le disuguaglianze.