La Bce deve essere liberata dal compito di ridurre gli spread, per concentrarsi sul suo mandato principale. L’istituzione di una Agenzia europea del debito, insieme a regole fiscali equilibrate, potrebbe garantire stabilità senza causare recessione.
Autore: Massimo Amato
Insegna storia economica, storia del pensiero economico e storia delle crisi finanziarie in Università Bocconi. È condirettore della research unit MINTS (Monetary Innovation, New Technologies, and Society) presso il centro Baffi-Carefin. Fra i suoi libri: L’enigma della moneta (2010-2016), e con L Fantacci, Fine della finanza (2009-2012) e Come salvare il mercato dal capitalismo (2012).
In un precedente articolo, abbiamo proposto un’architettura per la creazione di un’Agenzia europea del debito (Eda), simulando poi la sua efficacia nel caso in cui fosse stata istituita già nel 2002. In questo contributo analizziamo un caso specifico e i benefici generali dell’Eda.
Se un’Agenzia europea del debito fosse già stata presente nel 2002, si sarebbe probabilmente rivelata uno strumento utile per assorbire il debito europeo e creare un safe asset senza mutualizzazione del debito.
Il franco Cfa ha permesso l’afflusso di capitali esteri e il sostegno alle importazioni, ma implica forti vincoli per i paesi che aderiscono all’accordo. Vanno rimessi in discussione il cambio fisso con l’euro e i rapporti di scambio fra gli stati membri.