Alla richiesta di dati disaggregati per studiare i meccanismi di inserimento professionale dei neolaureati, e in particolare il ricorso a canali informali, l’Istat oppone un diniego in nome della tutela della privacy. Si nega così l’accesso a informazioni essenziali per il ricercatore anche quando la riservatezza non è in pericolo perché è particolarmente difficile risalire alle persone fisiche. Fra Istituto di statistica e università dovrebbe invece svilupparsi un rapporto più aperto e trasparente. Ne guadagnerebbero la ricerca e la qualità delle indagini statistiche.