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Autore: Michele Polo Pagina 11 di 14

polo Ha svolto i suoi studi presso l'Università Bocconi e la London School of Economics. E' professore Ordinario di Economia Politica presso l'Università Bocconi. Ha trascorso periodi di ricerca a Lovanio, Barcellona, Londra e Tolosa. I suoi interessi di ricerca riguardano l'economia e la politica industriale, l'antitrust e la regolamentazione. Redattore de lavoce.info.

Si puo’ fare di più

Se il disegno di legge Gentiloni coglie l’esigenza di liberare spazi e risorse per nuovi operatori televisivi, gli strumenti per realizzarla appaiono deboli e spuntati: un passaggio anticipato al digitale terrestre che non preclude il ritorno, tre anni dopo, ai duopolisti tricanale che oggi dominano il mercato; tetti pubblicitari stringenti, ma senza gli strumenti adeguati a farli rispettare. Più lineare sarebbe invece una misura di cessione di una rete Mediaset e di una rete Rai sul mercato.

Dopo il duopolio ancora il duopolio?

Il settore dei media si conferma anche in questa legislatura crocevia di fortissime tensioni politiche Le ipotesi di revisione della legge Gasparri circolate finora suggeriscono un approccio prudente da parte del governo. Si abbandona il Sic, passando a un sistema di misurazione basato sul fatturato che sopravvaluta le pay-tv e non incide sulla concentrazione degli ascolti in capo a due soli gruppi editoriali. Eppure il problema di pluralismo in Italia sta tutto lì. E la cura non può essere che la cessione sul mercato di una rete Rai e di una Mediaset.

Tutto Incredibilmente Maldestro

Ma quanto mi fanno incazzare con questa vicenda
Dove ognuno ti dice e non dice da dietro una tenda
Si dimette il colosso di Prodi e il Tronchetti Provera
Che si scambian messaggi tra il Sole e il Corrier della Sera

Sembran tutti impazziti e colti in preda allÂ’affanno
Chi rivende la Tim che ha comprato appena da un anno
Chi prepara scenari e vuole comprare le reti
Con i soldi di tutti e tenendo i piani segreti

Chiedo venia ma osservo che questi non son bruscolini
Che si possan trattare tra amici seduti ai giardini
Un governo, se c’è, è tenuto a discuter le cose
LÂ’azionista vorrebbe capir se son spine o son rose.

Quel che è strano se guardi a questa stranissima storia
EÂ’ che ora la parte del matto un poÂ’ pieno di boria
Non la fa il Diliberto, il Di Pietro o il Franco Giordano
Ma il gran capo di tutti, proprio lui, il Prodi Romano

Che gli ha preso di urlare stizzito “io nulla sapevo”
Dando agli altri un assist prezioso e insperato sollievo?
Ma perché si è incartato da solo a difender Rovati
Chiedendo un poÂ’ troppo anche a noi che gli siamo alleati?

LÂ’ho sempre difeso, ma queste son cose da pazzi,
che Prodi si metta a imitare il prode Tafazzi
Quel che ancora mi frena da smettere e alzare le mani
EÂ’ il faccione coi piedi per terra di Gigi Bersani.

Informazione, media, televisione visti da Cdl e Unione

Al tema dell’informazione il programma della Cdl non dedica neanche una riga. Probabilmente perché considera la legge Gasparri una soluzione definitiva al problema della crescita equilibrata dei settori dei media in Italia. Nel programma del centrosinistra si ritrovano molti argomenti condivisibili, ma permane una forte ambiguità sulla privatizzazione della Rai, la cessione di reti, la distinzione tra finanziamento via canone e via pubblicità. Una tema cruciale, invece, per evitare di imbalsamare la televisione italiana in un immutabile duopolio.

Par condicio, avanti con judicio

La legge sulla par condicio ribadisce un principio di pari opportunità, secondo cui tutti i soggetti politici debbono avere le stesse possibilità di comunicare le proprie posizioni e programmi indipendentemente dal loro peso elettorale. In modo da garantire all’elettore le informazioni rilevanti per compiere una scelta consapevole. Modificare la legge non è auspicabile. Perché in un sistema bipolare l’esecutivo avrà meno incentivi a rispettare il mandato ricevuto se ritiene di poter compensare una cattiva azione di governo con una adeguata raffica di spot.

Il dubbio del giorno dopo

Il dubbio del giorno dopo

Pare che sia la moda del momento
Sembra quasi un malanno di stagione
Fastidioso ma senza un gran tormento
Capogiro che non toglie la ragione

Li colpisce nelle grosse decisioni
Il soggetto appare assai convinto
Le ragioni espone a lampi e tuoni
Ogni dubbio gli fa lÂ’umore tinto

Una volta incassato il risultato
Te lo immagini dormire della grossa
Ed invece ha un sonno tormentato
Con lÂ’insonnia in agguato che lo spossa

Al mattino, due occhiaie da paura
Guarda incerto, accenna ad un discorso
Perché sai, la notte è stata dura
E tra gli incubi ha rifatto il suo percorso

Concludendo che se ci ripensa adesso
E considera la propria decisione
Non si trova più d’accordo con se stesso
Ma rivaluta semmai lÂ’opposizione

Non si impone una riforma elettorale
Ha tuonato il lucido Follini
Poi ha votato per il proporzionale
E il giorno dopo si è dimesso da Casini

Che poi soffre la stessa malattia
Oggi vota la riforma federale
LÂ’indomani, quasi fosse in amnesia,
dice a tutti che è riuscita proprio male.

Bobo Maroni che vota la Cirielli
Niente incertezze da un tipo così tosto
Ma il giorno dopo ai dubbi apre i cancelli
“La devoluscion mi ha imposto questo rospo”

Forse son io che non colgo, per malizia
In questo stato ondivago e umorale
Il profondo senso di amicizia
Che li porta al sacrificio solidale.

Una poltrona per due

Che satanasso il Presidente del Consiglio
Quando tutti lo davan per bollito
Dal cilindro ha cavato il suo coniglio
Un nuovo accordo inatteso e ardito.

Ha spinto nellÂ’angolo Follini
Ostinato a richieder le Primarie
Ormai lo ascoltano soltanto i suoi bambini
Ha smesso già da un pò quelle sue arie.

La maggioranza che sembrava una Babele
EÂ’ tornata ad essere il suo gregge
Che tra mugugni, piaggeria e un pò di fiele
In tre giorni si è approvata la sua legge.

C’è ancora un dubbio che mi affiora spesso
Cosa ha promesso a Fini ed a Casini
E cosa ha riservato per se stesso
In questa icona del lupo e gli agnellini?

Tre pretendenti e solo due gettoni
Il Quirinale oppur Palazzo Chigi
Ma come ha fatto a farli stare buoni
Rendendo gli alleati tanto ligi?

Tenendoli abilmente separati
Tratta con lÂ’uno mentre con lÂ’altro media
Il mio sospetto è che se li sia comprati
Vendendo a tutti e due la stessa sedia.

Musical chairs

Vediam che Fini, Follini e Berlusconi

Pur di tirare a campar fino a Febbraio

Han riciclato il campione dei condoni

Ecco la volpe a guardia del pollaio.

 

Questa per Giulio sarà una gran giornata

Di quelle che ricordi fin da vecchio

Di sassolini se ne toglie una manciata

Che dico una manciata, forse un secchio

 

Mi immagino lÂ’arrivo allÂ’Assemblea

del Fondo coi riflettori accesi

I giornalisti che fanno una canea

Una selva di microfoni protesi

 

E lui che con la evve un poÂ’ arrotata

Si chiede, simulando ingenuità,

Se la notizia a Fazio è già arrivata

O stia a lui comunicar la novità

 

Prosegue suscitando lo scompiglio

Quando accenna al Professore di Torino

La faida tra i ragazzi di Reviglio

Che ha risolto mandandolo al confino.

 

Quando avrà sbollito l’euforia

E placato il suo ego già abbondante

Si ricordi che l’Italia è un pò anche mia

Non ci giochi per sembrare il più brillante

 

I suoi trucchi son più adatti al 730

Che a sanare il bilancio dello Stato

Il buon Mimmo in mezzo alla tormenta

Se non altro a raddrizzarli ci ha provato

 

Or che torna col barattolo di Cirio

Allo scranno di Quintino Sella

Freni di onnipotenza  il suo delirio

(E noi speriamo nella buona stella).

Il Trapianto

Clima orrendo, e siam solo allÂ’inizio
Mi ricordano un treno senza freni
Che corre folle verso il precipizio
Allucinato, intriso di veleni

LÂ’ultima trovata per far legna
È in una riforma elettorale
La mamma dei fessi è sempre pregna
Ma questa volta il trucco è plateale

Dov’è la debolezza dell’Unione?
Nei partitini con il due per cento
Ecco servita senza esitazione:
Proporzionale con lo sbarramento.

A cui si aggiunge un bonus per chi vince
Non con i voti ma guardando ai seggi
Non c’è bisogno di essere una lince
Per vedere perché Silvio festeggi.

Lui che reagisce alla calvizie col trapianto
E ha corretto le rughe dell’età
Forse immagina che si eviti lo schianto
Trapiantando un poÂ’ di voti che non ha.

Ma questa volta non è il vero regista
Che da Casini viene la proposta
Cui forse può servire da apripista
Per una strategia che è ancor nascosta.

Chissà perchè se penso a queste ore
E al fumo che aleggia così denso
Mi par di scorgere di porpora un bagliore
E senta in bocca il profumo dellÂ’incenso.

Checks and balances nell’intervento antitrust

L’antitrust in Europa e in Italia segue un modello amministrativo, nel quale il procedimento avviene all’interno delle Autorità con l’accusa istruita dagli uffici e la decisione presa dalla Commissione. La necessità di garantire equilibrio tra ragioni dell’accusa e della difesa ha portato in Europa ad introdurre nuove figure come quella del Chief Economist, una esperienza che potrebbe rivelarsi utile anche per l’Italia.

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