Lavoce.info

Autore: Michele Polo Pagina 11 di 13

polo Ha svolto i suoi studi presso l'Università Bocconi e la London School of Economics. E' professore Ordinario di Economia Politica presso l'Università Bocconi. Ha trascorso periodi di ricerca a Lovanio, Barcellona, Londra e Tolosa. I suoi interessi di ricerca riguardano l'economia e la politica industriale, l'antitrust e la regolamentazione. Redattore de lavoce.info.

Il dubbio del giorno dopo

Il dubbio del giorno dopo

Pare che sia la moda del momento
Sembra quasi un malanno di stagione
Fastidioso ma senza un gran tormento
Capogiro che non toglie la ragione

Li colpisce nelle grosse decisioni
Il soggetto appare assai convinto
Le ragioni espone a lampi e tuoni
Ogni dubbio gli fa l’umore tinto

Una volta incassato il risultato
Te lo immagini dormire della grossa
Ed invece ha un sonno tormentato
Con l’insonnia in agguato che lo spossa

Al mattino, due occhiaie da paura
Guarda incerto, accenna ad un discorso
Perché sai, la notte è stata dura
E tra gli incubi ha rifatto il suo percorso

Concludendo che se ci ripensa adesso
E considera la propria decisione
Non si trova più d’accordo con se stesso
Ma rivaluta semmai l’opposizione

Non si impone una riforma elettorale
Ha tuonato il lucido Follini
Poi ha votato per il proporzionale
E il giorno dopo si è dimesso da Casini

Che poi soffre la stessa malattia
Oggi vota la riforma federale
L’indomani, quasi fosse in amnesia,
dice a tutti che è riuscita proprio male.

Bobo Maroni che vota la Cirielli
Niente incertezze da un tipo così tosto
Ma il giorno dopo ai dubbi apre i cancelli
“La devoluscion mi ha imposto questo rospo”

Forse son io che non colgo, per malizia
In questo stato ondivago e umorale
Il profondo senso di amicizia
Che li porta al sacrificio solidale.

Una poltrona per due

Che satanasso il Presidente del Consiglio
Quando tutti lo davan per bollito
Dal cilindro ha cavato il suo coniglio
Un nuovo accordo inatteso e ardito.

Ha spinto nell’angolo Follini
Ostinato a richieder le Primarie
Ormai lo ascoltano soltanto i suoi bambini
Ha smesso già da un pò quelle sue arie.

La maggioranza che sembrava una Babele
E’ tornata ad essere il suo gregge
Che tra mugugni, piaggeria e un pò di fiele
In tre giorni si è approvata la sua legge.

C’è ancora un dubbio che mi affiora spesso
Cosa ha promesso a Fini ed a Casini
E cosa ha riservato per se stesso
In questa icona del lupo e gli agnellini?

Tre pretendenti e solo due gettoni
Il Quirinale oppur Palazzo Chigi
Ma come ha fatto a farli stare buoni
Rendendo gli alleati tanto ligi?

Tenendoli abilmente separati
Tratta con l’uno mentre con l’altro media
Il mio sospetto è che se li sia comprati
Vendendo a tutti e due la stessa sedia.

Musical chairs

Vediam che Fini, Follini e Berlusconi

Pur di tirare a campar fino a Febbraio

Han riciclato il campione dei condoni

Ecco la volpe a guardia del pollaio.

 

Questa per Giulio sarà una gran giornata

Di quelle che ricordi fin da vecchio

Di sassolini se ne toglie una manciata

Che dico una manciata, forse un secchio

 

Mi immagino l’arrivo all’Assemblea

del Fondo coi riflettori accesi

I giornalisti che fanno una canea

Una selva di microfoni protesi

 

E lui che con la evve un po’ arrotata

Si chiede, simulando ingenuità,

Se la notizia a Fazio è già arrivata

O stia a lui comunicar la novità

 

Prosegue suscitando lo scompiglio

Quando accenna al Professore di Torino

La faida tra i ragazzi di Reviglio

Che ha risolto mandandolo al confino.

 

Quando avrà sbollito l’euforia

E placato il suo ego già abbondante

Si ricordi che l’Italia è un pò anche mia

Non ci giochi per sembrare il più brillante

 

I suoi trucchi son più adatti al 730

Che a sanare il bilancio dello Stato

Il buon Mimmo in mezzo alla tormenta

Se non altro a raddrizzarli ci ha provato

 

Or che torna col barattolo di Cirio

Allo scranno di Quintino Sella

Freni di onnipotenza  il suo delirio

(E noi speriamo nella buona stella).

Il Trapianto

Clima orrendo, e siam solo all’inizio
Mi ricordano un treno senza freni
Che corre folle verso il precipizio
Allucinato, intriso di veleni

L’ultima trovata per far legna
È in una riforma elettorale
La mamma dei fessi è sempre pregna
Ma questa volta il trucco è plateale

Dov’è la debolezza dell’Unione?
Nei partitini con il due per cento
Ecco servita senza esitazione:
Proporzionale con lo sbarramento.

A cui si aggiunge un bonus per chi vince
Non con i voti ma guardando ai seggi
Non c’è bisogno di essere una lince
Per vedere perché Silvio festeggi.

Lui che reagisce alla calvizie col trapianto
E ha corretto le rughe dell’età
Forse immagina che si eviti lo schianto
Trapiantando un po’ di voti che non ha.

Ma questa volta non è il vero regista
Che da Casini viene la proposta
Cui forse può servire da apripista
Per una strategia che è ancor nascosta.

Chissà perchè se penso a queste ore
E al fumo che aleggia così denso
Mi par di scorgere di porpora un bagliore
E senta in bocca il profumo dell’incenso.

Checks and balances nell’intervento antitrust

L’antitrust in Europa e in Italia segue un modello amministrativo, nel quale il procedimento avviene all’interno delle Autorità con l’accusa istruita dagli uffici e la decisione presa dalla Commissione. La necessità di garantire equilibrio tra ragioni dell’accusa e della difesa ha portato in Europa ad introdurre nuove figure come quella del Chief Economist, una esperienza che potrebbe rivelarsi utile anche per l’Italia.

Tu quoque Bruno

 

Ma che gli fa al Berlusca il Bruno Vespa?
Ogni volta che lo ospita in salotto
Mentre sorveglia che la pace non si increspa
Finisce a combinare un quarantotto.

Il clima è da briscola tra amici
Ampie poltrone, un pubblico plaudente
Suona Apicella e tutti son felici
E non è ammesso il quesito impertinente.

Bruno si aggira con aria compiaciuta
Che il suo salotto ospita il Monarca
Con l’espressione servile ma anche astuta
Sorride e la schiena gli si inarca

E quello si rilassa e si racconta
Le prime palazzine su in gran fretta
Le tv che ti introducono a chi conta
Presidente, la sa una barzelletta?

Tutto procede in un grande minuetto
Assieme a Bruno, novello cicisbeo
Bianco di cipria, stretto nel corpetto
Che di autentico gli rimane solo il neo.

Ma qui giace l’insidia più nascosta
Che non ti aspetteresti, a tradimento.
Mentre reciti l’ennesima risposta
Ti nasce dentro uno strano sentimento

Vorresti ricambiar la cortesia
Di chi è tanto fedele e comprensivo
Potresti dedicargli una poesia
Vorresti essere ancora più espansivo

Ma poi ricordi che Bruno è un giornalista
Lo so, non sembra, ma questo è il suo mestiere
Qual è il regalo che certo lo conquista?
Uno scoop che varca le frontiere!

E’ presto fatto, la fantasia non manca
Serve in diretta il grande patatrac
Annuncia che l’Italia è troppo stanca
E a Settembre si ritira dall’Iraq

Il risveglio è stato una tragedia
Presidente, c’è George che l’ha cercata
Tony ha chiesto se è vero o è una commedia
E pure Ciampi aspetta una chiamata

E va beh, lei dice “ero distratto”
Ma Santo Dio, non è la prima volta
Firmò da Vespa, maledetto, quel contratto
Ma tanto quando è lì Lei non mi ascolta!

Un cattivo affare

La privatizzazione della Rai sembra destinata a ripetere gli errori delle altre grandi privatizzazioni italiane: cedere al pubblico le azioni di un articolato gruppo industriale prima di averne promosso una ristrutturazione che garantisca condizioni di concorrenza, creando nei fatti un (quasi) monopolista privato. Invece, una soluzione che separi i contenuti del servizio pubblico dai contenuti commerciali sarebbe un buon affare per il ministero dell’Economia e per l’investitore privato. Nonché utile nella prospettiva di un mercato televisivo più competitivo.

Ma Antitrust è una parola straniera?

Le Autorità indipendenti nascono e si giustificano come particolare soluzione istituzionale a tutela di diritti diffusi. Tuttavia, la competenza nello svolgere il mandato e l’indipendenza sono requisiti che derivano dalla quotidiana attività dei commissari. Composizione e meccanismi di nomina divengono perciò uno snodo cruciale che può favorire o limitare l’attività di una Autorità indipendente. E sono molti i segnali che fanno ritenere conclusa la stagione che ha visto l’Italia protagonista a livello internazionale nella tutela della concorrenza.

‘na tazzulella e cafè

Infine c’è riuscito, puntando entrambi i piedi
Nel cuore della notte l’accordo si è trovato
Pazienza se dovranno vendere anche  gli arredi
Il taglio delle tasse è legge dello Stato

Dopo una sarabanda di cifre e coperture
La nebbia cala e spunta la nuova Finanziaria
Ancora alquanto informe, necessita di cure
Non state così addosso, lasciatele un po’ d’aria!

Preso da tanta attesa guardo a quel che ha fatto
I tagli corrispondono a quasi mezzo punto
Un euro al giorno e via, contento e soddisfatto
Ma in cuore mi rimane un lieve disappunto

 Forse non sto capendo, ma per tagliar le tasse
Si porta a copertura l’aumento delle accise
Si allungano i condoni per rimpinguar le casse
Basta trasferimenti al Veneto e al Molise.

In pratica le tasse da un lato le riduce
Per aumentarne altre  da mettere da parte
Chissà se poi Bruxelles, con quella faccia truce
S’accorgerà del gioco, quello delle tre carte.
 
Ma questi son dettagli, che oggi si festeggia
Siam tutti un po’ più ricchi, la mano al portafogli
Certo che fatti i conti al più qui si galleggia
Le grandi aspettative son pallidi germogli.

Promessa mantenuta, prepara l’orazione
Bandiere tricolori a cinger tutto il palco
A reti unificate, messaggio alla nazione.
Di sfondo, faccia dubbia, si scorge Siniscalco

Però questa riforma mi sembra un poco strana
Anche se lei la vende con splendida maestria
In pratica ci offre due caffè alla settimana
Vabbè la caffeina ma che scossa vuol che sia?

Le tasse

Ero arrivato a provare tenerezza
Per Berlusconi in bilico su un asse
Incatenato alla troppa leggerezza
Con cui promise di tagliar le nostre tasse.

Il  colpo di teatro era riuscito
Quel contratto firmato a Porta a Porta
Diventò dal quel momento  il suo vestito
La sua ricetta per l’Italia che è risorta.

Ma il vestito che fu la sua fortuna
Si è pian piano tramutato in un cilicio
Perché non puoi promettere la luna
Per poi sparar qualche fuoco d’artificio.

La gente è sempre pronta a dar fiducia
Ma certo non è fessa e non si illude
Ha pazienza, ma la volta che si brucia
Gira la testa e il credito ti chiude.

Il nostro Cavaliere lo ha capito
Coi rovesci delle ultime elezioni
Col suo stile gagliardo e colorito
Ha ripreso a parlar di riduzioni.

Per la riforma sono necessari
pochi giorni, no, forse qualche mese.
Ridurremo le tasse ai miliardari
Anzi no, alla casalinga di Varese!

Insomma, una scena imbarazzante
Un direttore che non viene più ascoltato
Da un’orchestra scomposta e petulante
Che a furia di parlare è senza fiato.

In mezzo a questa bolgia, Siniscalco
Con quell’aria di chi passa li per caso
Deve far della riforma il maniscalco.
Spero che almeno si turi un poco il naso.

Oggi ero pronto a provare tenerezza
Dimenticando le promesse un po’ avventate
Le avrei dato quasi una carezza
Che si perdona chi fa certe sparate

Ma poi leggo che alla Guardia di Finanza
E’ andato a dire che evadere le tasse
È segno di moralità e lungimiranza
Ch’eleva l’uomo al di sopra delle masse

Se le tasse non può ridurle a tutti
Sarà clemente almen con voi figlioli
Che stufi di questi lai senza costrutti
quel contratto lo attuate anche da soli.

Pagina 11 di 13

Powered by WordPress & Theme by Anders Norén