C’era un gran caldo, era il 4 di Luglio Perché non fare un piccolo sito Oggi spegniamo due candeline Ma soprattutto ci riempie di orgoglio Cari lettori, oggi non parlo Cari lettori, oggi mi taccio, Oggi festeggio la nostra avventura Oggi ho un bel dubbio che corre veloce
Quindici amici e un sentire comune:
l’informazione, uno strano miscuglio
di propaganda, censura e lacune.
Per ragionare fuori dal coro?
Questa sarà la proposta d Tito:
Proporre idee con rigore e decoro.
Un po’ sorpresi di quel che è successo
I nostri autori sono molte decine
Veniam citati sempre più spesso.
Esser seguiti da tante persone
Cercar di essere un piccolo scoglio
D’intelligenza e di viva passione.
Di Buttiglione, di Fini e Tremonti.
Povero Giulio, che pena a guardarlo
Redde rationem, per lui niente sconti.
neanche un accenno a Berlusconi,
un po’ patetico, quasi mi spiaccio,
per le bugie son finiti i condoni.
Quanti argomenti, che ritmo infernale.
Soddisfazione, ma a volte, che dura!
Siamo finiti a fare un giornale.
Al Direttore un quesito sereno:
Quando ha inventato il sito la voce
Oltre al volante ha previsto anche il freno?
Autore: Michele Polo Pagina 13 di 14
Ha svolto i suoi studi presso l'Università Bocconi e la London School of Economics. E' professore Ordinario di Economia Politica presso l'Università Bocconi. Ha trascorso periodi di ricerca a Lovanio, Barcellona, Londra e Tolosa. I suoi interessi di ricerca riguardano l'economia e la politica industriale, l'antitrust e la regolamentazione. Redattore de lavoce.info.
I ritardi nella definizione del progetto di legge di tutela del risparmio nascono dalla scelta di trattare i problemi di governance delle imprese e di conflitti di interesse degli operatori di mercato assieme alla riforma delle autorità di vigilanza, fra l’altro con soluzioni non sempre convincenti. Meglio sarebbe separare le due materie e completare l’iter del progetto di legge di tutela del risparmio. In attesa di un riassetto complessivo delle autorità , si potrebbe procedere con il solo potenziamento dei poteri di indagine di Consob.
Il Governo del carrello
Tre anni son passati da quella goleada
Quando giunsero a Roma in truppa numerosa
Eletti in ogni borgo, metropoli e contrada
Pronti a rifar l’Italia più ricca e vittoriosa
Imposte da ridurre, pensioni da aumentare
Ponti, trafori e strade per farci più moderni
L’inglese dalla culla, l’impresa da imitare
La nuova primavera dopo quei tristi inverni
A garantire il tutto l’uom dalle mille facce
Imprenditore, giudice, profeta e allenatore
E’ ormai finito il tempo di tante figuracce
Darà del tu ai potenti, è l’Unto dal Signore.
Oggi mi sembra il tempo per un primo bilancio
Tempo ne avete avuto, i voti li avevate
Tutte le condizioni per muoversi di slancio
E per tradurre in leggi promesse un po’ avventate.
Se oggi dovessi dire qual è la mia impressione
Senza pensarci su, parlando sul più bello
Vi evocherei di certo, scusate il paragone
Con una sola immagine: Il governo del carrello
Tra gli scaffali pieni dei nostri molti guai
Si aggirano i Ministri con l’aria incuriosita
Cercando qualche cosa che possa casomai
Tornar di utilità prima che sia finita
Il Silvio ha dato il la a tutta l’orchestrina
Con quelle leggi infauste cucite su misura
Votate a ranghi stretti, con grande disciplina
Ed ecco nel carrello TV e Magistratura
Guardando la riforma al voto in queste ore
Sembra di essere entrati nel sito della Destra
Dove si fa politica cliccando sul cursore
“Mettiamo nel carrello?” ti chiede la finestra
Sulla Grande Riforma la spesa è a molte mani
Maroni vuol comprare l’Italia Federale
Il Silvio vuole un Premier scelto dagli Italiani
Storace chiede spazio per Roma Capitale
Peccato che alla fine, percorsi i corridoi
Con quel carrello pieno di pezzi astrusi e strani
Si arriverà alla cassa, e lì guarderai noi
Chè tanto a pagare saranno gli Italiani.
Che noia, che fastidio a leggere i giornali Il canovaccio è scritto, lo recitan contenti , Ci toccherà ascoltare che evadere le tasse Un gregge di serventi ripeterà convinto Domenica mattina di scena il tormentone Lo spazio il lunedì è tutto per Tremonti Il martedi alla sera, riforma federale, Mercoledì va in onda la serata culturale, Fini si è visto dare la fascia preserale Vorrei una cortesia, trattengo un po’ il respiro
Come mangiare in mensa lo stesso piatto triste
Persi nelle cosucce meschine e un po’ banali
Che accadono in cortile, già risapute e viste.
va in scena fino a Giugno tra urla, insulti e cori
non valgono scusanti o impegni precedenti
con obbligo di firma siam tutti spettatori
Rispetta la morale del padre di famiglia
Che deve pur difendere le proprie magre casse
Dall’esattore odioso che invece gliele artiglia
la par condicio è iniqua e inutile barbarie
Che vuol rinchiuder Lui in un piccolo recinto
Per non farlo parlare dal Volga alle Canarie.
Sui giudici faziosi e il loro accanimento
A reti unificate andrà in televisione
E guai a chi oserà tener lo schermo spento
Risolverà i problemi durante una diretta
Di chi sarà la colpa se vanno male i conti?
Dell’Euro, della Cina, al più di Gianni Letta!
conta la voce roca, non certo gli argomenti
se poi ne esce un Frankenstein istituzionale
un brindisi lo stesso, che i Celti son contenti.
il lucido Follini ha un fuoco che lo brucia,
si chiede, un po’ stupito della stima personale,
perché sulla Gasparri abbiam votato la fiducia?
Così potrà spiegare al proprio elettorato
Come la verifica gli sia riuscita male
Finendo a mani vuote, cornuto e un po’ mazziato.
Visto che queste cose tanto le so giÃ
Potrei scender per tempo e andare a fare un giro?
(Sperando che sia meglio l’Italia che verrà )
E si è concluso il Gennaio bisesto, Era iniziato con vera sorpresa Nato e cresciuto in quel di Collecchio E invece no, sorriso curiale Il giro stretto, compagni di banco Noi sian cresciuti vedendo Totò, Ormai non bastan le cose nostrane I vecchi amici e i figli in carriera, E nel bel mezzo di questo marasma Finchè si scopre che per oltre un mese Quando ritorna il suo look balza all’occhio Però lo spirito è sempre gagliardo, Mio presidente, da oggi stia attento
denso di drammi e di qualche storiella,
spero non dica di un anno funesto
per un Paese che gira in stampella
Quando si è vista la doppia natura
Uomo del Nord, uomo di Chiesa
Il pio Calisto, una vera sventura
grassa pianura che suda ricchezza
Ogni mattina il latte nel secchio
Sveglia alle cinque, nessuna stranezza
La voce bassa, quel modo di fare
Forse all’inizio era qualche cambiale
Poi la valanga che non sai più fermare
Con cui è cresciuto e ha iniziato gli affari
E poi anche i figli, a coprire ogni ammanco
Grande finanza, veri magliari
il Colosseo venduto al turista
ma non pensavo giungessimo a ciò
tutti gabbati da un illusionista
Meglio lo scanner che la scolorina
Conti un po’ a Parma e un po’ alle Caimane
Fiumi di bonds a celar la rovina
i luoghi esotici e il club di pallone,
Che confusione, in questa bufera
parliam di latte o di televisione?
Giunge un silenzio di la dal mare
Il Presidente diventa un fantasma
Solo in pochissimi lo vanno a trovare
Mentre noi siamo in braghe di tela
Lui si riposa sereno e cortese
Corse, ginnastica, verdure e una mela
L’hanno rifatto, pelle di raso
Ma c’è un problema, novello Pinocchio
Sembra gli sia cresciuto un po’ il naso.
tutto va bene, vi veglierò io.
Parlando a braccio il suo vecchio bardo
confonde Silvio con il buon Dio.
Ci dica il vero, consulti gli appunti,
Io non vorrei che a un certo momento
Il naso si allunghi e le cedano i punti.
I crimini commessi da organizzazioni richiedono il coinvolgimento di più persone. È un elemento di debolezza che può essere sfruttato per perseguire i comportamenti illeciti. Come insegna lÂ’esperienza delle autorità antitrust, gli sconti nelle sanzioni o i premi per chi denuncia lÂ’attività illegale non devono sostituirsi alle indagini. Si rivelano infatti incentivi più efficaci se lÂ’inchiesta è già avviata. Ed è cruciale sviluppare la capacità di verifica sulle rivelazioni. Indispensabile, poi, una cultura della legalità , per affiancare alla sanzione della legge quella sociale. Riproponiamo per i lettori de lavoce anche gli interventi di Vincenzo Ferrante, Vincenzo Perrone e Luigi Zingales sull’opportunità di premiare chi denuncia illeciti.
Buon Natale Cavaliere
Che tempi cupi, mio buon Cavaliere
Con Costacurta che zappa le zolle
L’Unione ferma alle cento bandiere
E poi lo sgarro che giunge dal Colle
Sono sicuro che nella sua testa
In questo mese aveva pensato
Ad un tripudio, L’Italia s’è desta
E Lei già pronto per il settennato
Fatta l’Europa firmandola a Roma
Presa la Coppa più grande del mondo
Un po’ di boria a ‘sto punto non stona
Si è immaginato un bel girotondo.
Ma quell’Aznar, che è pure un amico,
Ha continuato a scuoter la testa
Con il Polacco scopertosi ardito
Ha rovinato la sua bella festa
Poi son venuti quei morti di fame
Dall’Argentina, pien di livore
i suoi sembravano giovani dame
intimidite a calciare un rigore.
Che settimana piena di sgarri
Ma da concreto uomo del fare
Si era incassato la Legge Gasparri
Era in attivo tra il prendere e il dare.
Per celebrar con Fede il Natale
Non c’è che attendere il rito scontato
Di quella firma presidenziale
Sul suo decreto tanto agognato.
Quando le è giunta l’infausta novella
Che il Presidente non firma la legge
E che si oppone alla Grande Sorella
ha convocato in gran fretta il suo gregge.
Regola d’oro, se perdi rilancia
Devi restare sempre in regia
Quando ha studiato la storia di Francia
Napoleone gli ha dato la via
In fondo è solo così che mi piaccio
Sempre in trincea, proclamo e mi batto
Prendo l’esempio dal Corso di Ajaccio
E mi incorono da me Rete Quattro
Legge Gasparri, voto compatto Il tema è noto, vuol gesti concreti, La soluzione è semplice e chiara, Ma il buon Gasparri, gran colpo a sorpresa Ha partorito il Sistema Integrato Cosa volete, nel grande canestro Fatta la legge il programma è compiuto Tutte le cose che premono al capo
Nuovo sistema per media e giornali
Con sguardo attonito prendiamo atto
Di cosa sian da noi i liberali
il pluralismo dell’informazione
soffoca e muore se tutte le reti
son controllate da un solo padrone
devi tagliare risorse ai più grandi,
che per le nuove tv non c’è gara
in un mercato così non ti espandi
Per far sembrare i giganti dei nani
Ha allontanato la cinepresa
E li ha ripresi molto lontani
Un’accozzaglia di stampa e tv
Pubblicità e quant’altro ha trovato
Da Eugenio Scalfari a Piero Pelù.
Anche sforzando i nostri occhi stanchi
Le reti Fininvest, ad esser maldestro
Al più ci appaiono larghe di fianchi
Falso in bilancio e sistema dei media
Non dedicando nemmeno un minuto
A quel conflitto che pure ci assedia
Son sistemate, torniamo a votare
Ora scriviamo un contratto daccapo
Appuntamento da Vespa a firmare.
La tendenza alla concentrazione del mercato televisivo è comune a tutti i paesi perché deriva dalle caratteristiche della concorrenza tra reti generaliste finanziate con la pubblicità . L’Italia è un caso estremo per la presenza di due gruppi multicanale che rendono difficile l’ingresso di nuovi operatori anche in segmenti non coperti. E per una struttura proprietaria altrettanto fortemente concentrata. Lo sviluppo del digitale terrestre non è una soluzione, soprattutto perché non avverrà in tempi brevi.
Oggi voglio parlare di Gianfranco Il due di picche all’Umberto Bossi L’asso di quadri al lucido Follini La Peppa Tencia l’ha lasciata al Silvio Certo è un po’ strano che per dire queste cose Prendiamo atto che quella destra abbraccia * * * Sono contento ma l’incredulità rimane Se non fosse per le cose che ha affermato
che ha proposto il voto agli immigrati
con questa mossa astuta ha vinto il Banco
ed ora da le carte agli alleati
Con la speranza che lasci il panno verde
Quel diabolico ruspante saltafossi
Che riesce a vincere anche quando perde
Con cui i giochi di squadra sono tanti
Lui che ha addolcito un po’ la Bossi-Fini
Imponendo di sanare le badanti
Per dire chiaro che non farà più sconti
Che appenderebbe volentieri a Ponte Milvio
Oltre all’Umberto anche l’ottimo Tremonti
Riempiendo l’alleanza di cerotti
Sia ricorso a proposte coraggiose
Che piacciono a D’Alema e Bertinotti
L’idea che il Cingalese o il Filippino
Si porti dietro oltre alle sue braccia
Anche i diritti di ogni cittadino
Un tarlo fastidioso che lavora
Si è fatto vivo nella mente anche stamane
Risvegliandomi di colpo di buon ora
Sulle droghe leggere da proibire
Penserei che Gianfranco si è fumato
Quelle cose che propone di bandire