Lavoce.info

Autore: Nicola Borri

E' ricercatore della Luiss Guido Carli dal 2009. Dopo laurea e master in Economia Politica all’Università Bocconi, ha conseguito il PhD in Economics presso la Boston University. Le sue principali aree di ricerca sono asset pricing e finanza internazionale. Il suo paper Sovereign Risk Premia (con Adrien Verdelhan) ha vinto il premio come miglior paper del ABI Country Risk Forum e il 2010 WRDS Best Paper Award della European Financial Management Association.

Default di Atene? Il rischio contagio ora è basso *

I paesi della periferia dell’Eurozona sono ancora esposti al contagio di un eventuale default della Grecia, ma i rischi sono più contenuti rispetto alla crisi del 2010. Grazie soprattutto agli strumenti messi in campo dalla Bce. Forse per il governo Tsipras è il momento di cambiare strategia.

Quando in borsa non conviene seguire la corrente *

Molti risparmiatori investono sui mercati azionari basando le proprie scelte sui risultati passati. Ma chi adotta strategie che inseguono l’andamento delle azioni, ottiene rendimenti inferiori rispetto a chi ne segue altre altrettanto semplici. I ritardi italiani nell’educazione finanziaria.

L’ambiguità del bonus in busta paga

Ridurre il cuneo fiscale che grava sui salari attraverso trasferimenti oppure il taglio delle imposte può avere effetti molto diversi. Se il governo avesse scelto di rivedere il profilo delle detrazioni avrebbe dato un segnale più chiaro. Provvedimento a favore dell’equità, ma anche della crescita.

Qe inefficace? Non per le banche

La situazione dell’Eurozona fa pensare che il Qe annunciato dalla Bce non sarà molto efficace né disincentiverà le riforme strutturali. Permetterà però alle banche del Sud Europa troppo esposte sul debito sovrano di risolvere il problema dell’adeguamento ai nuovi requisiti di capitale.

La replica a Paladini e Visco

Ruggero Paladini e Vincenzo Visco su lavoce.info propongono una riforma ambiziosa della tassazione sui redditi volta a eliminare le distorsioni prodotte dalle detrazioni di imposta decrescenti, in parte criticando il nostro precedente articolo pubblicato, sempre su lavoce.info, l’11 febbraio in cui proponevamo una diversa riforma che cercava di limitare le medesime distorsioni adottando una detrazione fissa per redditi tra gli 8 e i 15 mila euro, e decrescente poi in maniera lineare fino a 55 mila euro.

Cambiare l’Irpef pensando al lavoro

Il fisco italiano è iniquo e penalizzante verso lavoro e imprese. L’effetto delle detrazioni fa sì che le aliquote marginali effettive siano solo due. Una proposta per una riforma che incentivi la partecipazione alla forza lavoro.

I NUMERI DELL’ITALIA SOSTENIBILE *

L’Italia sarà capace di restituire dinamiche sostenibili al proprio debito pubblico, e soprattutto, al costo del suo finanziamento? Agli attuali tassi di interesse, a quanto ammontano gli avanzi di bilancio primario necessari a centrare l’obiettivo? Sono cifre realistiche, per gli anni a venire, che è davvero possibile raggiungere? Per rispondere a queste domande, ecco alcune simulazioni dell’evoluzione del rapporto tra debito e Pil. Che sotto l’ipotesi di un bilancio in pareggio dal 2014, può ritrovare equilibri virtuosi anche con il permanere di alti tassi di interesse.

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