Cosa emerge da un confronto tra la proposta di flat tax e una ipotetica riforma alternativa? Resta irrisolto qualche problema dell’attuale sistema? E quale tra le due garantisce meglio che non si ricadrà in breve tempo negli antichi difetti.
Autore: Nicola Rossi
Il Mezzogiorno d’Italia è oggi il luogo dove più significativo e imperdonabile è lo spreco di risorse pubbliche. Mentre le distanze fra il Centro-Nord e il Sud del paese rimangono, nel complesso, inalterate e dopo dieci anni di retorica del definitivo superamento dell’intervento straordinario, forse è arrivato il momento di riconoscere le difficoltà che questa ha generato: la frantumazione dellintervento pubblico, la moltiplicazione dei livelli di intermediazione, la sproporzione fra l’impegno massiccio di energie e di risorse e l’esiguità dei risultati.
I problemi del sistema previdenziale italiano non saranno risolti dallintervento proposto dal Governo. È invece possibile seguire una strada diversa, in grado di affrontare due questioni cruciali: completare il processo avviato negli anni Novanta e ridare coerenza allintero sistema, dopo le riforme del mercato del lavoro. Senza intaccare limpianto contributivo, se ne potrebbe sfruttare la flessibilità. Ad esempio, per continuare a garantire la possibilità di anticipare la pensione o per integrare la storia contributiva di lavoratori con carriere discontinue.
Un eccesso di regolazione impedisce in Italia l’accesso a dati essenziali per svolgere attività di ricerca. A esserne penalizzato è anche il dibattito sulle principali questioni economiche e sociali. Gli ostacoli maggiori arrivano dalle norme che salvaguardano la riservatezza delle persone, partendo dal presupposto sbagliato che il ricercatore abbia interesse a violarle. Ora, una nuova proposta di legge intende garantire una maggiore libertà d’azione.
Proposta flat tax: è solo l’inizio
Di Nicola Rossi
il 14/07/2017
in Commenti e repliche
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