Conoscenze limitate e distorsioni cognitive incidono sulla comprensione dell’informativa sui prodotti finanziari. Va dunque ripensato il concetto di chiarezza dei documenti informativi. Così come va valorizzato il supporto del consulente.
Autore: Paola Soccorso
Paola Soccorso è funzionario dell’Ufficio Studi Economici della Consob. Ha conseguito la Laurea in Economia Politica presso l’Università Commerciale L. Bocconi di Milano e il Master in European Economy and International Finance presso l’Università degli studi di Roma Tor Vergata. Dal 2007 lavora in Consob, dove svolge attività di studio e ricerca su temi di interesse istituzionale e collabora alla redazione del “Report on financial investments of Italian households”. Precedentemente ha prestato servizio nell’Area Mercati della Holding del Gruppo Bancario Iccrea. È coautrice di alcuni studi pubblicati dalla Consob, tra i quali Assessing investors' risk tolerance through a questionnaire, 2012, Financial disclosure, risk perception and investment choices. Evidence from a consumer testing exercise, 2015, Financial advice seeking, financial knowledge and overconfidence. Evidence from the Italian market, 2016.
Timore di perdite, scarsa educazione e mancanza di fiducia scoraggiano la partecipazione al mercato finanziario e portano il risparmiatore italiano a fare scelte sbagliate. Le scienze cognitive aiutano a ripensare il ruolo degli intermediari e potenziare le capacità decisionali degli investitori.
In Italia, ai consulenti finanziari si rivolgono per lo più i risparmiatori che hanno maggiori conoscenze effettive. Chi ha una fiducia eccessiva nelle proprie competenze tende a scegliere da solo gli investimenti. Difficile supplire così ai bassi livelli di educazione finanziaria degli italiani.