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Autore: Piero Giarda

L’attuazione del decreto

Il Dpcm di attuazione contiene alcuni errori e imprecisioni. Nel riparto della quota riservata a compensare le Regioni più piccole per la maggiore incidenza dei costi fissi sui loro bilanci. Nel calcolo della capacità fiscale, poi, è stato utilizzato il gettito effettivo e non standardizzato, inficiando così le proprietà incentivanti del modello. E sorge il sospetto che l’importo della spesa sanitaria riconosciuta per il 2002 sia frutto di un negoziato. Proprio quello che il decreto 56/2000 voleva eliminare.

Riflettendo sul decreto 56/2000

Molte le difficoltà nell’attuazione del decreto che istituiva un meccanismo automatico di perequazione nella distribuzione delle risorse alle Regioni. In vista del federalismo fiscale prossimo venturo, bisogna allora ricordare che il trasferimento di funzioni, la determinazione delle spese da sopprimere sui bilanci dei singoli ministeri, il computo dei finanziamenti necessari e delle regole di perequazione richiede una struttura centrale forte e tecnicamente ben attrezzata.

Da Necker a Tremonti

Difficoltà di finanza pubblica, vincoli internazionali e innovazioni finanziarie richiedono interventi per garantire e migliorare la trasparenza dei conti pubblici. Va risolta la discrasia oggi esistente tra i principi contabili nazionali e i principi contabili europei e va disaggregata per componenti la contabilità di cassa del settore statale. I nuovi interventi sul patrimonio statale, ottenuti spostando attività e oneri di finanziamento su enti definiti come esterni al settore pubblico, richiedono invece l’elaborazione puntuale di conti patrimoniali per il settore pubblico.

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