Il processo di espansione del mercato del lavoro iniziato a metà degli anni Novanta non si è interrotto. Aumenta, però, il divario tra Nord e Sud, mentre dietro gli aumenti di occupati nelle costruzioni potrebbe esserci lemersione di lavoro irregolare. Le limitazioni ai co.co.co previste dalla Legge 30 sono comunque un segno di coraggio, giustamente dimostrato in un momento di crescita occupazionale.
Autore: Pietro Garibaldi
Professore ordinario di Economia Politica presso l'Università di Torino, è Fellow e direttore del Programma Allievi della Fondazione Collegio Carlo Alberto e responsabile degli studi sul lavoro della Fondazione Debenedetti. È consigliere di sorveglianza (ed ex-vicepresidente) di Intesa SanPaolo. È stato Consigliere economico del Ministro dell'Economia e della Finanze nel 2004 e 2005, e consulente in materia di lavoro per il Dipartimento del Tesoro. Ha conseguito il Ph.D. in Economia presso la London School of Economics nel 1996. Dal 1996 al 1999 ha lavorato come economista nel dipartimento di ricerca del Fondo Monetario Internazionale, ed è stato professore associato presso l'Università Bocconi dal 2000 al 2004. Redattore de lavoce.info.
Il Governo approva il decreto di legge n.30, di riforma del mercato del lavoro. Riproponiamo due contributi apparsi in dicembre (al tempo dell’approvazione della legge delega) che paiono sempre più rilevanti. Il proliferare dei contratti di lavoro e l’ingegneria contrattuale del mercato del lavoro è un processo che non sembra avere fine. Con la legge 30, il numero di contratti di lavoro sale a 44. Ma finchè il legislatore rincorrerà il mercato, perderà sempre. Meglio sarebbe stabilire un minimo di tutele valide per tutti i tipi di lavoro, e lasciare che il mercato crei qualsivoglia figura contrattuale. E poi parliamo della borsa del lavoro, il nuovo sistema informativo centralizzato, e dei problemi ad esso legati.