La decisione di non garantire più a livello federale l’aborto negli Stati Uniti si colloca all’interno di un’epoca di riduzione di diritti sanitari per le donne nel paese. Ma garantire maggiore libertà e accesso alle cure sanitarie ha importanti effetti positivi, anche dal punto di vista economico.
Autore: Stefania Albanesi
Professoressa di Economia alla University of Pittsburgh. Macroeconomista i cui interessi di ricerca includono le determinanti e le implicazioni di varie dimensioni della disuguaglianza e le implicazioni distributive delle politiche governative. Ha studiato l'economia politica dell'inflazione, la tassazione ottimale dei redditi da capitale e da lavoro e l'evoluzione delle disparità di genere nei risultati del mercato del lavoro. La sua ricerca attuale riguarda la distribuzione del debito e delle insolvenze nel periodo precedente e durante la crisi finanziaria del 2007-2009 e le determinanti e le conseguenze della bancarotta personale. Sta inoltre lavorando sull'impatto dell'evoluzione della partecipazione femminile sui cicli economici aggregati e sull'utilizzo dell'apprendimento automatico per sviluppare modelli accurati e interpretabili di default dei consumatori.
Negli Stati Uniti il divario tra uomini e donne nella partecipazione al mercato del lavoro è molto più basso di quello registrato in Italia. Un calo persistente del gap porterebbe automaticamente anche a una riduzione del tasso di disoccupazione femminile. Fenomeno congiunturale o di lungo periodo?