Tra le più alte nei paesi Ocse, la disuguaglianza di reddito in Italia è cresciuta nettamente all’inizio degli anni Novanta e ha fatto un balzo ulteriore durante la pandemia. Potrebbe essere riconducibile alla maggiore flessibilità del mercato del lavoro.
Autore: Tullio Jappelli Pagina 1 di 6
E' professore di Economia Politica presso l'Università di Napoli Federico II e Research Fellow del CEPR. Ha conseguito il Ph.D. in Economia presso il Boston College. Ha trascorso periodi di ricerca presso la University of Pennsylvania, MIT e Princeton University e collaborato a progetti di ricerca del NBER, della World Bank, dell'Inter-American Development Bank, del CEPR, della Banque de France e della Banca d'Italia. Nella sua ricerca si occupa principalmente di scelte di risparmio, scelte di portafoglio delle famiglie e di economia bancaria. Redattore de lavoce.info.
“Dipartimenti di eccellenza” premia la ricerca già realizzata e i progetti di sviluppo. Rispetto alla prima edizione, c’è un forte rinnovamento tra i dipartimenti ammessi alla selezione e tra i vincitori. Oltre a un leggero riequilibrio territoriale.
I risultati della valutazione di qualità della ricerca a livello di ateneo mostrano forti differenze rispetto a cinque anni fa. Segno che la decisione di dare maggiori incentivi economici alle università migliori non ha creato eccessiva disuguaglianza.
Sono stati presentati i primi risultati del terzo esercizio di valutazione della ricerca. Sarà la base per assegnare parte del finanziamento statale alle università. Pur con varie modifiche alla metodologia, c’è una sostanziale stabilità delle valutazioni.
Giusto prevedere un premio per i dipartimenti migliori. Ma la selezione dovrebbe avvenire sulla base di criteri condivisi e sperimentati, mentre quelli indicati possono portare a risultati indesiderati. In prima applicazione, meglio prevedere una platea più ampia di premiati, assegnando somme differenziate.
Pur con le scarse risorse destinate alla ricerca, l’Italia si colloca in ottava posizione per produzione scientifica e miglioramenti significativi in diverse aree. Ma potrebbe trattarsi di un fenomeno destinato a esaurirsi. E c’è la necessità di stabilizzare i più bravi fra i giovani ricercatori.
Aumentano gli iscritti alla previdenza complementare. Ma il suo sviluppo deve superare anche molte insidie. È cruciale un’informazione corretta, specie sui piani individuali. Servono strumenti standardizzati, con opzioni di investimento semplici e facilità di confronto tra costi e rendimenti.
Le regole per il finanziamento alle università sono cambiate. A regime, i fondi saranno assegnati in base agli obiettivi raggiunti e ai costi effettivamente sostenuti. Un principio condivisibile, ma ci sono molte questioni irrisolte. Aumento delle risorse ineludibile.
In Italia operano undici università telematiche, piccole e con tasse di iscrizione elevate. Ora un decreto ha ridotto i requisiti di accreditamento e di conseguenza i costi: un sostegno ingiustificato. Mentre la concorrenza su un piano di parità potrebbe spingerle a offrire un servizio migliore.
Il nostro sistema universitario è suddiviso in 367 settori scientifico-disciplinari, raggruppati in 188 settori concorsuali, con ripercussioni su didattica e avanzamenti di carriera. E se non è facile delineare confini disciplinari precisi, il buon senso suggerisce di evitare inutili segmentazioni.