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Autore: Vincenzo Denicolò

Paradossi: la Superlega si appella alle norme antitrust

La vicenda della Superlega di calcio potrebbe finire davanti alla Corte di giustizia europea. Perché le eventuali sanzioni dell’Uefa ai club secessionisti violerebbero la legge antitrust. Ma invocare quelle norme finisce per produrre un paradosso.

Chi investe nei vaccini senza brevetto?*

Biden si è schierato a favore della sospensione della proprietà intellettuale sui vaccini anti-Covid. Ma senza brevetto le aziende farmaceutiche non hanno incentivi a investire in ricerca. Serve allora un modello di innovazione farmaceutica alternativo.

LA RISPOSTA AI COMMENTI

Grazie per gli interessanti commenti. Aggiungo solo tre veloci osservazioni, rinviando ancora al mio articolo accademico per una discussione più ampia. 1. A mio parere,  i brevetti sul software hanno un effetto incerto sul livello complessivo di protezione, perché il software può comunque essere protetto da diritti d’autore e mantenendo segreto il codice sorgente. Credo che l’effetto principale dei brevetti sul software sia quello di modificare la divisione dei profitti tra diverse generazioni di innovatori, con effetti appunto incerti sul livello complessivo di innovazione. In più c’è il problema, segnalato da Carlo Data, della qualità di tali brevetti, come di quelli sui c.d. "business methods". (Qui la buona notizia è che il brevetto di Amazon sulla tecnologia "one-click" molto probabilmente alla fine sarà annullato dai tribunali americani: il sistema sembra disporre di anticorpi, anche se forse non nella misura adeguata.) 2. Gianluca Salvatori e Marcello mettono in discussione l’attendibilità dell’evidenza empirica che uso nel mio lavoro. Ammetto: le stime dell’elasticità sono inevitabilmente incerte e da prendere con beneficio d’inventario. Ma sono le migliori attualmente disponibili, e se sulla base di queste stime non possiamo concludere con certezza che gli innovatori siano sotto-remunerati, certo è ancora più difficile sostenere il contrario, cioè che siano sovra-remunerati. Oltre non vado, né credo che oggi si possa andare. 3. Gianluca Salvatori e Marcello sono invece in disaccordo sul costo dei brevetti: Marcello pensa che debba essere ridotto, Gianluca Salvatori invece sottolinea i comportamenti opportunistici delle imprese che brevettano, suggerendo implicitamente che un aumento dei costi potrebbe scoraggiarli. Questo problema meriterebbe un’analisi specifica, ma tendo a concordare con Gianluca Salvatori.

BREVETTI SOTTO TIRO

I brevetti si trovano sotto un fuoco incrociato di critiche, in larga misura fondate su preconcetti ideologici: a destra disturba l’idea di un monopolio creato dallo Stato, a sinistra il concetto stesso di proprietà intellettuale. La teoria economica e l’evidenza empirica disponibile suggeriscono che, allo stato attuale, la protezione garantita non remunera gli innovatori eccessivamente, ma che semmai li remunera troppo poco. Il legislatore dovrebbe però cercare di limitare l’eccessiva facilità con cui gli uffici preposti li concedono.

UNA MULTA ALL’INNOVAZIONE

Molti economisti ritengono che il potere di mercato raggiunto da Microsoft sia eccessivo e che per tutelare i consumatori sarebbe opportuno limitarlo, almeno in parte. Ma la decisione del Tribunale di primo grado della Corte europea va ben oltre, e mette nelle mani della Commissione europea e delle autorità antitrust nazionali uno strumento di regolamentazione troppo invasivo. Sulla base della nuova giurisprudenza, ogni impresa in posizione dominante potrebbe essere costretta a mettere le proprie innovazioni a disposizione dei concorrenti.

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