Un esperimento su un campione di contribuenti ne ha valutato i comportamenti rispetto al 5×1000. Per esempio, quando si conoscono le somme raccolte in precedenza, le donazioni si spostano dalle organizzazioni più ricche a quelle che ricevono di meno.
Autore: Vittorio Pelligra
Vittorio Pelligra è professore associato di Politica Economica presso il dipartimento di Scienze Economiche ed Aziendali dell’Università di Cagliari. I suoi interessi di ricerca riguardano la behavioral ed experimental economics, l’economia civile e le neuroscienze sociali e cognitive. Coordina il gruppo di ricerca BERG, è ricercatore del CRENoS (Centro di Ricerche Economiche Nord-Sud) e fa parte del comitato scientifico della SEC – Scuola di Economia civile. E’ co-fondatore di SmartLab e di Wecoop, due imprese che operano nel settore della data science e dell’edutainment.
Dall’ultimo rapporto Istat sul capitale umano emerge un’enorme disparità di genere. Soprattutto perché, come dimostrano molti studi di economia comportamentale, le donne hanno una minore propensione alla competizione e sono meno sensibili agli incentivi monetari. È possibile invertire la tendenza?
Una delle conseguenze più rilevanti della crisi finanziaria è la sfiducia dei risparmiatori verso le banche. Le conseguenze che ne derivanno hanno un costo che ricade sull’intera società. Un aiuto per comprendere il fenomeno viene dalle scienze cognitive. Che ci mostrano come negli ultimi anni gli investitori si sono sentiti spiazzati dalla costante mutazione di nomi e prodotti finanziari. E ci spiegano che sarà lungo il periodo di tempo necessario alle banche per riconquistare la fiducia dei clienti.