Doveva essere la prima vera riforma del governo Renzi, dopo i tanti annunci. Ma nonostante fosse stata annunciata in aprile, poi rinviata a dopo le elezioni con l’intenzione di raccogliere suggerimenti dal pubblico e, infine, varata -a parole- nel comunicato di Palazzo Chigi del 14 giugno scorso (“Via libera al disegno di legge delega per la riforma della Pubblica amministrazione“), della riforma non c’è traccia.
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Più della curiosità per l’esordio dell’Argentina, nella notte di domenica a tenermi incollato alla tv (con tanto di proiettore per l’occasione) ci ha pensato il debutto della Bosnia-Erzegovina, unica nazionale alla prima presenza assoluta in quest’edizione dei Mondiali. Una nazionale giovane (in tutti i sensi) e di belle speranze che, dopo 18 anni di oblio, ha riportato agli onori della cronaca un paese martoriato dalla guerra più brutale combattuta in Europa dopo il 1945.
“I Mondiali hanno scandito i tempi della nostra vita e scandiranno quelli di chi verrà”. Niente poteva prepararci meglio ai Mondiali dei racconti di Federico Buffa trasmessi da Sky sui capitoli precedenti di questo evento senza uguali. Di ognuna delle precedenti edizioni ci è rimasto qualcosa che ci fa guardare la prossima con occhi diversi.
Il sottosegretario alla Presidenza del consiglio, Graziano Delrio, presentando l’insieme dei provvedimenti volti ad incrementare l’efficienza della Pubblica amministrazione, ha annunciato anche una misura riguardante la remunerazione dei dirigenti. “Il problema non è fare tagli e togliere salario. Ma piuttosto legare i salari alla produttività. Per questo la remunerazione sarà fatta anche da un premio che dipenderà anche dall’andamento del Pil”.
Il governo Renzi ha deciso di finanziare lo sgravio Irpef per i redditi più bassi accogliendo solo in parte i suggerimenti provenienti dalla Spending review di Carlo Cottarelli: nella fattispecie è stata compiuta la scelta politico-elettorale di togliere tutta la parte relativa alle pensioni, e di demandare alle regioni eventuali tagli alla spesa sanitaria.
L’abilità comunicativa del presidente del consiglio Renzi è notevole, ma non riesce ancora ad allungare le coperte corte che sono tipiche dell’economia.
Il primo passo del nuovo governo è stata la scelta di un governo “paritario” con un 50 per cento di ministri donne. Qualche giorno fa un’altra scelta in questa direzione è stata quella di avere solo donne capolista alle elezioni europee, a parziale compensazione della bocciatura della parità nella rappresentazione di genere nella nuova legge elettorale.
Undici tra ministri e sottosegretari, una squadra di calcio al completo, si sono presentati al dialogo con Angela Merkel, brandendo la maglia di Gomez, il centravanti tedesco della Fiorentina. Ci vorrà del tempo per sapere se hanno ottenuto dalla cancelliera un atteggiamento meno rigido di fronte alla richiesta di ampliare il nostro disavanzo nel 2014.
No, questo breve articolo non inaugura l’avvio per lavoce.info di un filone softcore. Il tema, purtroppo, è più drammatico e preoccupante e riguarda la ripetuta serie di evidenze che, dalle inchieste giudiziarie della Direzione Distrettuale Antimafia di Milano, sono emerse negli ultimi mesi sui labili confini e la distratta tolleranza che in molte attività economiche caratterizzano l’atteggiamento degli “imprenditori“ autoctoni.
I tedeschi temono l’azzardo morale: non date i soldi ai paesi periferici (direttamente o con l’acquisto di titoli pubblici da parte della banca centrale) o questi se li prendono e non rimettono a posto i conti. Per convincerli, Draghi si è inventato l’Omt: compro i titoli, ma solo se i paesi chiedono aiuto al Fondo europeo di stabilità e s’impegnano con un memorandum ad introdurre le riforme e, se non rispettano gli accordi, blocco l’acquisto dei titoli.
Questo paese ha tanti problemi ma uno non trascurabile (e ben noto) è la qualità dei media. Sono rimasto molto stupito dalla vicenda che ha riguardato Fabrizio Barca (di cui, lo anticipo, sono amico da tempo) che, in una telefonata ingannevole orchestrata da un giornalista radiofonico, ha fatto una serie di considerazioni sul governo che sta nascendo nella convinzione che dall’altra parte del telefono ci fosse l’onorevole Vendola e ignorando che invece c’era un impostore.