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Categoria: Concorrenza e mercati Pagina 36 di 82

La politica per le imprese

La misura più importante a sostegno delle imprese esistenti è l’Ace, con un incentivo fiscale al rafforzamento della struttura patrimoniale delle aziende. Per le start-up innovative sono previste deroghe al diritto societario e di carattere fiscale e contributivo. Il doppio effetto della svalutazione fiscale. 

Liberalizzazioni

Molto ci si poteva attendere dalla liberalizzazione dei servizi pubblici locali. Ma le riforme sono rimaste al palo. Non è tutta colpa del Governo perché pesano sullo stop gli esiti del referendum del giugno 2011 e una sentenza della Corte costituzionale.

La competitività del sistema produttivo

Apprezzabili le misure su liberalizzazioni e semplificazioni, anche se l’intervento poteva essere più deciso. Non è invece emersa una visione coerente sul fronte della produttività e della competitività, uno dei problemi principali dell’economia italiana. La mancata riforma dei sussidi alle imprese.

La nuova sfida di Marchionne

Fiat ha presentato i conti trimestrali e l’atteso nuovo piano industriale. Sotto il profilo dei conti non ci sono novità: positivi gli Stati Uniti e il Sud America, mentre in Europa il gruppo continua a generare perdite. Per questo è previsto un riposizionamento nel mercato europeo, innalzando la gamma dei prodotti e abbandonando le roccaforti tradizionali del segmento medio. È una scommessa ad alto rischio. Ma dal suo esito dipende il futuro della produzione automobilistica in Italia. Per avere qualche speranza di vincerla, serve il contributo di tutti. 

Le nuove automobili aiutano le vendite?

Il dibattito sulle strategie industriali intraprese dalla Fiat negli ultimi tempi è stato ed è molto intenso. Ci si concentra, in particolare, sulla scelta di limitare l’immissione sul mercato di nuovi modelli di automobili.

A sua insaputa

Avevamo qualche certezza sui limiti della legge anti-corruzione in discussione in Parlamento: poco incisiva, non tocca il nodo chiave della prescrizione, né interviene sul falso in bilancio, vera fabbrica di provviste occulte.

Perché crescita 2.0 non è un film già visto

Abbiamo letto con attenzione le osservazioni di Fabiano Schivardi su alcune misure del decreto Crescita 2.0 e cogliamo dunque l’occasione per chiarire ulteriormente la natura e gli aspetti delle norme introdotte, oltre che lo spirito con cui abbiamo lavorato.

Il bello e il brutto di crescita 2.0

Da una valutazione a caldo del Dl Crescita 2.0 emerge come importante e realizzabile il provvedimento sull’e-Government. Alla scuola non basta fornire strumenti digitali, serve un ridisegno complessivo del processo di istruzione e investimenti sulla formazione degli insegnanti. Il problema delle start-up è trovare finanziamenti, ma alcune misure indicate sembrano velleitarie, altre possono produrre distorsioni. La parte più dubbia è il credito d’imposta per la realizzazione di opere strategiche, che sembra una riproposizione della già bocciata defiscalizzazione dell’Iva sulle opere pubbliche. 

Per un’auto made in Italy

I rischi per l’Italia ma anche per la stessa Fiat messi in evidenza da Fabiano Schivardi, purtroppo sono lungi dall’essere fugati dal comunicato congiunto governo-azienda stilato a valle dell’incontro di sabato.

Con tribunali lumaca l’impresa resta piccola *

Ormai c’è una consapevolezza diffusa in Italia che una giustizia civile lenta sia un freno alla crescita delle imprese italiane e che aziende di piccole dimensioni facciano più fatica a competere sui mercati internazionali. Ma finora non era stato possibile dimostrare l’esistenza di un nesso causale tra i due fenomeni. Ora però uno studio mostra che, a parità di altri fattori, con una riduzione della durata dei processi civili del 50 per cento, nel settore manifatturiero le imprese sarebbero in media più grandi di circa il 10 per cento.

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