La tabella unica ministeriale sui risarcimenti per le vittime di incidenti stradali vorrebbe stabilire criteri certi e uniformi, senza sperequazioni territoriali. Le somme riconosciute sarebbero però troppo basse secondo le associazioni. Il nesso premi-risarcimenti in un mercato senza concorrenza.
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Prima di investire i soldi dei propri azionisti solitamente i manager si accertano che esista un piano strategico. Il premier Letta, il ministro Lupi e l’amministratore delegato hanno deciso che Alitalia è un buon investimento per Poste Italiane.Ma davvero hanno le competenze per prendere questa decisione?
A Bruxelles aleggia la convinzione che esistano ancora ingiustificate barriere all’ingresso e restrizioni non necessarie alla pratica di alcune professioni. Così la Commissione europea ha annunciato l’inizio di un sistematico esame della regolamentazione che le concerne. Obiettivi e difficoltà.
In nome dell’italianità la nostra compagnia di bandiera è stata lentamente affossata. L’ultimo della lunga catena di errori porta il nome di Poste Italiane. Una soluzione assurda perché priva di ogni logica industriale e che rischia di compromettere la situazione dell’acquirente.
Si riparla di salvataggio per Alitalia. Con il concorso delle banche. Una storia già vista, costata alla collettività alcuni miliardi. La debolezza del progetto industriale della nuova compagnia era evidente fin dall’inizio. La sorte degli azionisti e le giuste preoccupazioni per i posti di lavoro.
Dal 2000 a oggi c’è stato in Italia uno sviluppo esponenziale del gioco d’azzardo, che oggi garantisce allo Stato entrate per 8 miliardi. Ma i costi economici e sociali derivanti dalla crescita delle ludopatie saranno ben superiori. Necessaria una rigida regolamentazione di slot machine e affini.
Il controllo di Telefonica su Telecom Italia è una buona o una cattiva notizia? Non c’entrano niente i campioni nazionali. Il problema è che non sembrano migliorare le prospettive per lo sviluppo della banda larga. Anche per la probabile rinuncia al progetto di scorporo della rete fissa.
Il Governo lancia il programma “Destinazione Italia”. L’obiettivo è attrarre più capitali esteri nel nostro paese. Ma non conta solo l’ammontare, conta anche il settore nel quale avvengono gli investimenti. E quelli che arrivano in Italia si orientano in genere verso il mercato dei beni finali.
Il mercato delle merci è ormai globale e l’interconnessione tra mercati fisici e futures ha trasformato anche le grandi trading houses. Nessuno rimpiange i mercati chiusi, ma le autorità di supervisione nazionali devono coordinarsi per capire e gestire le complessità determinate dalla nuova realtà.
Dal 2009, il contratto di rete consente alle piccole e micro imprese di aumentare la competitività attraverso forme di collaborazioni con altre aziende, anche di Regioni diverse, pur mantenendo la propria soggettività giuridica e autonomia operativa. Ma quanti lo usano? E per quali obiettivi?