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Categoria: Concorrenza e mercati Pagina 56 di 86

QUELLE IMPRESE CHE REAGISCONO ALLA RECESSIONE

La grande recessione mondiale, che ha determinato una contrazione violenta dei flussi commerciali e della produzione, anche per l’Italia è la più seria dal dopoguerra. L’analisi dei microdati raccolti dalla Banca d’Italia rivela che la crisi ha colpito prima di tutto i comparti manifatturieri più propensi all’esportazione e i produttori di beni strumentali, creando particolari difficoltà alle imprese più piccole. Ma chi nella prima parte del decennio aveva realizzato profonde ristrutturazioni ha saputo arginare meglio gli effetti negativi della crisi.

LA CRISI DEL PROTEZIONISMO

Il ricorso al protezionismo era una delle possibili conseguenze negative della crisi. Denunciato non solo dagli economisti, ma temuto anche dall’Omc, che ha avviato un monitoraggio degli interventi restrittivi del commercio approvati dai diversi paesi. Oggi i dati sembrano indicare che il numero delle misure protezionistiche messe in atto è limitato ed è in ogni caso in diminuzione. Ma l’innalzamento di barriere commerciali potrebbe tornare d’attualità, soprattutto se la disoccupazione dovesse continuare a crescere.

I NUMERI MAGICI DELL’APPALTO ALLA SICILIANA

In Sicilia la maggior parte degli appalti di opere pubbliche al di sotto della soglia comunitaria è oggi assegnata per sorteggio. Perché le tante imprese che partecipano alle gare presentano offerte al ribasso identiche, persino nelle quattro cifre dopo la virgola. Ma gli imprenditori negano le accuse di aver formato un cartello e gli esperti spiegano tutto con il meccanismo matematico adottato per la determinazione dell’offerta aggiudicataria. Resta comunque da sottolineare l’anomalia della mancata pubblicità rispetto alle modalità del sorteggio.

UN TRENO CHIAMATO DESIDERIO

Riuscirà la neonata compagnia ferroviaria che riunisce Trenitalia e Ferrovie Nord Milano, a superare la scarsa qualità di servizi su rotaia della Lombardia? In realtà manca un piano industriale e un’articolazione del modello di gestione dei servizi capace di captare le esigenze di trasporto della clientela. Poco chiari anche i modelli di organizzazione contrattuale delle due aziende madri. Meglio sarebbe stata ma una vera programmazione dei servizi da parte della Regione, che ha tutte le competenze per ottenere un’offerta migliore e a costi più bassi.

AUTO ROTTAMATA, AUTO SALVATA. MA DOPO?

Il problema fondamentale del settore automobilistico è la capacità produttiva in eccesso. L’effetto degli incentivi è semplicemente di rinviare la resa dei conti fra i produttori europei. Almeno, negli Stati Uniti gli aiuti sono stati condizionati a un piano draconiano di ristrutturazione del settore che apparisse sostenibile nel medio periodo. In Europa invece le rottamazioni sono state decise dai singoli governi, senza forme di coordinamento esplicito. Il rischio è che i costi sociali saranno molto più alti e concentrati geograficamente quando il gioco al rinvio non sarà più possibile.

FIAT BATTE CASSA. UN FILM GIÀ VISTO

La politica europea sugli aiuti di Stato è ricca di ipocrisie: ancora oggi sono quasi trenta i canali attraverso i quali i governi possono finanziare le imprese nazionali. Tra l’altro, le rottamazioni per l’auto sono considerate aiuti ai consumatori e quindi non conteggiate. Quanto alla Fiat, ha già ricevuto oltre 300 milioni di aiuti di Stato ufficiali proprio per gli stabilimenti del Sud che ora minaccia di chiudere. Dovrebbe perciò cercare sul mercato le risorse per superare le difficoltà dovute alla crisi. Ed elaborare un piano industriale di rilancio delle produzioni italiane.

I SERVIZI PUBBLICI LOCALI E IL VICOLO CIECO DELLA GARA

La riforma dei servizi pubblici locali crea più problemi di quanti ne risolva. Il legislatore ha stabilito che la gara è lo strumento virtuoso per eccellenza. Ma la pretesa uniformità tra i servizi locali è una ipotesi grossolana. Ora si può uscire dall’impasse solo ampliando la gamma di soluzioni contrattuali ammesse, per adattarsi alle specificità dei vari settori. Oppure si lascia che i comuni scelgano liberamente il vincitore della gara, pagando però le conseguenze delle loro scelte grazie a regole chiare. Meglio se definite e applicate da un soggetto indipendente.

A PASSO DI GAMBERO NEI SERVIZI IDRICI

Il governo ha chiuso il Comitato di vigilanza sui servizi idrici. La sua attività non è stata brillante, ma l’inadeguatezza deriva dal profilo istituzionale debole, dal potere decisionale praticamente nullo, dalla totale assenza di indipendenza dalla politica, dall’esiguità delle risorse. Ora la nuova commissione che lo sostituisce accentua le debolezze invece di risolverle. Intanto, il rapporto annuale sulla situazione dei servizi idrici certifica l’involuzione del sistema, con il continuo rinvio di investimenti e modernizzazione.

L’EUROPA NON APPREZZA IL BUON VINO

Il settore vitivinicolo è uno dei più importanti e dinamici dell’economia italiana. Ma l’Unione Europea sta per varare un’importante riforma che modifica il sistema di classificazione dei vini, con un appiattimento dei livelli di qualità. Rischia così di danneggiare le cantine italiane, che negli anni sono riuscite a consolidare il loro prestigio mondiale grazie all’interazione di sistema istituzionale di classificazione e reputazione collettiva della specifica denominazione. Ad avvantaggiarsene saranno invece i grandi gruppi internazionali.

GAS: I SALDI ARRIVANO PER DECRETO

Il decreto anticrisi contiene anche una riduzione pilotata dei prezzi del gas. E’ un favore a Eni e alle grandi imprese energivore. I risparmi nelle bollette delle famiglie sono decisi dall’Aeeg e dipendono dal calo del prezzo del petrolio nell’ultimo anno. E’ assai improbabile che il provvedimento renda più concorrenziale e più efficiente il mercato del gas italiano. E resta perciò aperto l’interrogativo sui prezzi che pagheranno coloro che non sono né piccoli consumatori tutelati né grandi consumatori industriali.

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