Senza governo non si può scrivere un vero Documento di economia e finanza. Nell’attesa che il quadro politico si chiarisca, meglio mandare a Bruxelles un mini Def con pochi e chiari numeri. Gli obiettivi programmatici arriveranno dopo.
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Il reddito di cittadinanza così come raccontato dal M5s è un reddito di disoccupazione condizionato alla partecipazione attiva al mercato del lavoro. Come si finanzia? Ci sono solo due opzioni: o in deficit o avrà effetti minimi su occupazione e reddito.
Le regole sul pareggio di bilancio per gli enti territoriali ostacolano gli investimenti pubblici locali. Le deroghe previste dalle leggi di bilancio 2017 e 2018 garantiscono però spazi di manovra. A patto di una maggiore collaborazione tra gli enti.
Se sull’economia pesano “sette peccati capitali” che bloccano la crescita, i loro effetti potrebbero essere ridotti aumentando il capitale sociale degli italiani. Soprattutto in alcune aree del paese. Ma occorre una trasformazione sociale e culturale.
I politici sembrano allergici a ogni tipo di valutazione degli investimenti pubblici che decidono, specie nei trasporti. Uno strumento utile per comprendere le scelte di qualsiasi futuro governo in questo campo è considerare la loro agenda nascosta.
La campagna elettorale proporzionalista ha potuto dispiegare tutte le sue incredibili promesse perché la situazione di economia e finanza pubblica è migliore rispetto a quella del 2013. Un miglioramento che ci consente oggi di votare con maggiore serenità. Con un occhio a non sprecare i risultati ottenuti.
L’Italia emette circa 400 miliardi di titoli all’anno per rinnovare le quote di debito pubblico in scadenza e per finanziare il fabbisogno annuo. Si tratta di una cifra molto elevata, che si potrebbe ridurre con un piano di allungamento delle scadenze.
Introdurre un reddito di cittadinanza è più complicato di quanto sembri. Perché i beneficiari sono spesso molti di più di quelli stimati. E perché i rischi di parassitismo sono alti. Anche l’investimento nei centri per l’impiego andrebbe considerato bene.
Il Pil italiano registra un +1,6 per cento su base annua nel quarto trimestre 2017. Il confronto con l’Europa mostra però l’incapacità dell’economia italiana di accelerare. E resta ancora da capire quali sono le ricette dei partiti su come stimolare la crescita strutturale.
Il nuovo codice degli appalti istituisce un sistema di qualificazione delle stazioni appaltanti sulla base di criteri di qualità, efficienza e professionalizzazione. Manca però il decreto attuativo. Eppure, potrebbe essere un aiuto alla spending review.