Nonostante i proclami di vittoria, l’Italia a trazione leghista non avrà vita facile in Europa. Le regole fiscali non cambieranno e incombe l’apertura di una procedura di infrazione da parte della Commissione. Come sarà la prossima manovra di bilancio?
Categoria: Unione europea Pagina 18 di 99
Risultati ormai assodati per le elezioni europee. La maggioranza resta saldamente nelle mani dei partiti europeisti. L’Italia è in controtendenza con la netta affermazione della Lega. Ma il partito di Salvini dovrà risolvere una contraddizione interna.
È stata una settimana cruciale per il Regno Unito. Né la drammatica e umiliante fine della carriera di Theresa May, né il terremoto elettorale delle europee hanno risolto il dilemma della Brexit. Hanno solo reso più chiare le alternative.
Il fatto che l’Europa non abbia competenze in materia di lavoro e formazione ha contribuito a diminuirne la popolarità. Va perciò costruita la cornice di una vera e propria Unione sociale europea, da affiancare all’Unione monetaria. Ecco i primi tre passi.
Troppo facile imputare all’Europa anni di decisioni mancate. Soprattutto se la responsabilità è dei singoli paesi, che con un sistema di veti incrociati possono paralizzare le riforme. Quando è l’Unione Europea a decidere, il meccanismo non si inceppa.
Perché in Spagna hanno vinto i socialisti, in controtendenza con l’avanzata della destra estrema in molti altri paesi? Forse perché il tasso di crescita dell’economia è superiore agli altri stati Ue. Ma un compito difficile aspetta il futuro governo.
Il Parlamento europeo ha approvato la direttiva sul copyright. Le norme più controverse sono ora più blande. E i produttori di contenuti online ottengono una migliore tutela dei loro diritti di proprietà intellettuale rispetto alle grandi piattaforme.
Il parlamento britannico ha di nuovo bocciato ogni possibile alternativa a Brexit. L’iniziativa torna ora a Theresa May, che però difficilmente potrà superare le divisioni all’interno del suo governo. E allora prende campo l’ipotesi di nuove elezioni.
Con una decisione senza precedenti, il parlamento britannico ha tolto al governo il potere su tutto ciò che riguarda i rapporti con stati e cittadini stranieri. Senza però offrire alcuna soluzione alternativa. May, per parte sua, ribatte con mosse disperate.
Il Parlamento britannico ha di nuovo respinto l’accordo con la UE per una Brexit governata. Il nodo è il backstop: inaccettabile per il Regno Unito, ma irrinunciabile per l’Unione. Anche il rinvio dell’uscita, appena approvato, comporta evidenti problemi.