L’austerità ha fallito, lo dice anche l’Fmi. E la dimostrazione è la Grecia. Ma se si arrivasse al default, i paesi europei sarebbero direttamente coinvolti. La scelta è ora fra piccoli sacrifici distribuiti fra tutti gli europei o un prezzo molto alto per il popolo greco oggi e per noi domani.
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Per affrontare la crisi greca si dovrebbe guardare a quanto accaduto in America Latina negli anni Ottanta. Lì la storia ci ha insegnato che la soluzione passa attraverso una riduzione del debito. Che alla fine potrebbe essere vantaggiosa anche per i creditori. Decennio perduto per tutta l’Eurozona?
La decisione del governo greco di indire un referendum sul piano di salvataggio è stata avventata e forse irresponsabile. Tuttavia, apre una questione di legittimità politica della governance economica europea. E può essere l’occasione per far risorgere l’Europa. O per affondarla definitivamente.
Nonostante le speranze di molti, neanche il referendum metterà la parola fine alla crisi greca. E finché i problemi della Grecia restano irrisolti, non si può pensare di riformare l’architettura dell’Unione monetaria, come promesso nel Rapporto dei cinque presidenti. Tra realismo ed equilibrismo.
Salvo sorprese dell’ultimo minuto, la Grecia sta scivolando verso l’insolvenza e l’uscita dall’euro. L’impatto immediato sarà drammatico per il paese ellenico. Ma in futuro chi rischia di perderci maggiormente saranno gli altri paesi europei. A cominciare dal nostro.
Un accordo reciprocamente vantaggioso tra la Grecia e i suoi creditori sembrava possibile. Invece, si è arrivati alla rottura. Per molte ragioni, ma certo è che la governance dell’Eurozona non funziona. L’unica istituzione europea che in questo periodo ha fatto politica è stata la Bce.
Governi europei miopi e una Bce che abdica alla sua funzione di banca centrale come prestatore di ultima istanza cooperano per trasformare una crisi di liquidità in crisi di insolvenza, con conseguenze autolesionistiche. Scenari difficili qualsiasi sia il risultato del referendum in Grecia.
Si può tracciare un parallelo tra gioco d’azzardo e finanza? Come l’azzardo si diffonde tra gli strati della popolazione con le più basse opportunità di miglioramento economico e sociale, così la finanza tossica crea l’illusione della crescita. In entrambi i casi, il prezzo da pagare è alto.
I paesi della periferia dell’Eurozona sono ancora esposti al contagio di un eventuale default della Grecia, ma i rischi sono più contenuti rispetto alla crisi del 2010. Grazie soprattutto agli strumenti messi in campo dalla Bce. Forse per il governo Tsipras è il momento di cambiare strategia.
La Camera ha appena approvato la class action all’italiana. Il provvedimento ha luci e ombre. Ma su un punto il Senato dovrà intervenire: decisioni fondamentali per il contenzioso non possono essere appannaggio solo di chi ha promosso per primo il giudizio. Il rischio “corsa al tribunale”.