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Categoria: Banche e finanza Pagina 90 di 115

TREMONTI, FAISSOLA E IL MUTUO CREATIVO

SUL MUTUO LA FINANZA SI RISCOPRE CREATIVA

Davvero le banche si sono commosse per i debitori in difficoltà con la rata del mutuo? Non sembra. Chi aderirà alla rinegoziazione avrà un beneficio immediato, ma un maggiore onere futuro. Gli istituti di credito non fanno nessuno sconto, semplicemente consentono di rinviare il pagamento di una parte degli interessi. E su quelli dilazionati matureranno altri interessi. Più conveniente cercare di sfruttare la portabilità introdotta dal decreto Bersani. Solo dalla concorrenza tra le banche si può sperare di ottenere veri e duraturi benefici per le famiglie.

TROPPA CONFUSIONE SUI LAVORATORI AZIONISTI

Dare rappresentanza ai lavoratori nel governo dell’impresa è utile soprattutto se si guarda al loro interesse a conoscere e controllare la gestione, ad esempio attraverso la possibilità di nomina di membri del collegio sindacale. La partecipazione finanziaria dei lavoratori, invece, può portare a confusione dei ruoli. Un contributo potrebbe invece derivare dal rafforzamento delle forme di investimento collettivo. E’ questo uno dei tanti aspetti del tema “Mercato e democrazia”, titolo del Festival dell’Economia che si tiene a Trento dal 29 maggio prossimo al 2 giugno.

AGENZIE DI RATING E CONCORRENZA

Non è facile indicare soluzioni al problema del ricambio delle agenzie nel mercato nel rating, quando si verifichino diffusi errori di valutazione. Non si può lasciare libero accesso a nuovi operatori confidando in una naturale selezione operata dal mercato. Ma non si possono neanche limitare fortemente le nuove iniziative imprenditoriali in nome di un iniziale accertamento della professionalità. La concorrenza, se contenuta da argini tecnici e normativi, può e deve rappresentare un utile sprone alla maggiore efficienza anche in questo settore chiave dell’economia.

UNA CASA PER LA POLITICA MONETARIA

Le innovazioni nei sistemi di finanziamento legati all’edilizia, registrati da molte economie avanzate negli ultimi vent’anni, hanno modificato il ruolo del settore immobiliare nel ciclo economico e nel meccanismo di trasmissione della politica monetaria. Sono oggi più accentuati i rischi di contagio delle crisi al resto dell’economia. E può dunque essere necessaria una risposta più aggressiva della politica monetaria agli andamenti del mercato immobiliare. Soprattutto nei paesi con un mercato dei mutui più sviluppato.

UN RATING PER I DIRITTI

La diffusione dei fondi sovrani genera problemi di trasparenza e vigilanza. Ma c’è anche un problema di libertà e democrazia, legato al fatto che in molti casi sono posseduti da governi che non brillano per rispetto dei principi democratici. Una soluzione potrebbe essere l’elaborazione e diffusione di un sistema di rating, una verifica dei comportamenti nel campo dei diritti umani dei paesi proprietari dei fondi. Al tema “Mercato e Democrazia” è dedicato quest’anno il Festival dell’Economia di Trento che si svolge tra pochi giorni (29 maggio-2 giugno).

I SACRIFICI DELLE BANCHE

“Quello che va bene per la Fiat va bene per l’Italia” era un adagio popolare tanti anni fa. Il Presidente dell’Abi sembra averlo riscoperto. Commentando l’intervista in cui il Ministro Tremonti annunciava (peraltro non meglio specificati) sacrifici per petrolieri e banche, Faissola ha affermato: “E’ nell’interesse del Paese che l’industria bancaria sia andata bene, se non altro perché ha pagatotante imposte. Una riduzione degli utili non giova neppure al bilancio dello Stato” (Repubblica, 11 maggio 2008).
Ma perché i profitti delle banche italiane sono così elevati? L’Indagine conoscitiva preparata dall’Autorità per la Concorrenza nel 2007 scatta una fotografia impietosa del settore bancario italiano. “Dall’indagine svolta emerge che il mercato dei servizi bancari si caratterizza per l’esistenza di un deficit informativo a sfavore della clientela, di numerosi ostacoli alla mobilità di quest’ultima, di un frequente ricorso a forme leganti più servizi … La spesa per il conto corrente in Italia è superiore a quella di tutti gli altri paesi considerati. In particolare, la differenza di costo con gli altri paesi oscilla tra il 17% (Germania) e l’83% (Olanda)”. Solo pochi giorni fa Bankitalia è intervenuta per segnalare il mancato rispetto, in numerosi casi, delle norme sulla portabilità dei mutui, che rendono possibile la sostituzione di un istituto bancario con un altro senza costi per il debitore.
Il vero interesse del Paese, Presidente Faissola, sta nell’avere un settore bancario competitivo, in cui sia ridotto il costo dei servizi bancari per la clientela. Ben vengano i profitti delle banche quando sono legati a guadagni di efficienza. Ma fino a che essi provengono da scarsa concorrenza e dal rifiuto di adottare misure a favore della mobilità dei clienti, ben pochi si strapperanno i capelli se alle banche verrà chiesto di fare sacrifici.

INDIPENDENTI NEL CDA? SI’, MA SUL SERIO

La Consob ha diffuso un documento di consultazione sulle operazioni con parti correlate che coinvolgono le società aperte. La novità più interessante è la centralità attribuita agli amministratori indipendenti, ai quali è affidata la responsabilità di seguire le trattative e svolgere l’istruttoria per operazioni che rientrano entro certe soglie di rilevanza. Si dovrebbero attenuare anche i costi di agenzia e le asimmetrie informative. Tuttavia, i vantaggi della nuova regolamentazione dipendono dalla effettiva indipendenza, non solo formale, degli amministratori disinteressati.

IL PARADOSSO DEI FONDI SOVRANI

Secondo la teoria economica, i paesi emergenti in forte crescita dovrebbero essere importatori netti di capitale e non esportatori. Dovrebbero anche utilizzare i surplus commerciali per aumentare le riserve ufficiali a disposizione delle autorità monetarie. Invece creano fondi sovrani. Le ragioni sono molte. Ma c’è il rischio che si cada in tentazioni protezionistiche di natura finanziaria. Appellarsi alla trasparenza non basta. Meglio un’iniziativa a livello internazionale che limiti l’attività dei fondi sovrani. A partire dal controllo delle imprese.

QUANDO LA FUSIONE AUMENTA I PREZZI

Le fusioni sono vantaggiose o svantaggiose per i consumatori? Negli Stati Uniti, su cinque casi problematici, quattro mostrano alla verifica empirica un aumento dei prezzi al consumo dei prodotti coinvolti. Tutto sommato modesto, ma considerato che siamo nel campo del largo consumo, il trasferimento implicito dai consumatori alle imprese è rilevante. E’ senz’altro possibile che permettendo alcune fusioni non competitive, l’autorità di controllo ne abbia ammesse altre più efficienti, che sarebbero state ostacolate da una politica antitrust più rigida.

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