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QUOTE ROSA A PIAZZA AFFARI

Sono davvero pochissime le donne nei consigli di amministrazione delle società italiane. E così si riduce per definizione l’ambito di risorse e di talento a cui il paese può attingere per il proprio sviluppo. Se si vuole contribuire a risolvere il problema della mancanza di ricambio della classe dirigente, in politica come negli affari, bisogna dunque guardare anche alle questioni di genere. Magari seguendo l’esempio della Norvegia. Che la presenza femminile ai posti di comando l’ha imposta per legge, ottenendo risultati più che soddisfacenti.

IL RISCHIO CHE VIENE DAL CREDITO

Si parla molto dei rischi finanziari assunti dagli enti locali nella stipula di contratti di finanziamento in cui sono presenti strumenti derivati. Poca enfasi si dà invece ai rischi di credito. La normativa vigente vuole incentivare l’investimento in titoli di Stato italiani o emessi da enti locali. Ma presenta molti problemi. Per risolverli basterebbe vincolare l’inserimento dei titoli sulla base di un rating minimo, senza alcuna limitazione geografica. E specificare i limiti massimi di concentrazione per categoria e per singoli emittenti.

UN PASSO VERSO LA PUBLIC COMPANY *

La direttiva europea sui diritti degli azionisti rappresenta un’opportunità di ridurre i problemi di partecipazione degli azionisti che caratterizzano le società quotate italiane, attraverso un ricorso facilitato al voto per delega. Le disposizioni si possono applicare anche alle cooperative quotate e, dunque, alle banche popolari, che soffrono oggi di un deficit particolarmente grave di democrazia azionaria. Ma la raccolta delle deleghe è estesa agli amministratori: negli Stati Uniti è un meccanismo che ha permesso il funzionamento della public company.

LA SETTIMANA DI FUOCO DELLE BANCHE *

Quali lezioni trarre dalla vicenda Northern Rock? La prima è preoccupante: se un’ondata di panico si può scatenare nel paese finanziariamente più sofisticato d’Europa, allora può scatenarsi ovunque. E questo nonostante tutti i meccanismi di vigilanza e controllo predisposti. A crisi in atto, per impedire un peggioramento della situazione, è indispensabile intervenire con rapidità, decisione, visione chiara delle responsabilità, utilizzando tutti gli strumenti finanziari necessari. Il conflitto tra rigore scientifico e pragmatismo.

Le imprese, il diritto e il capitale di rischio

In Italia l’industria del venture capital è in ritardo rispetto ai principali paesi europei. I dati mostrano che è marginale il finanziamento alle prime fasi di vita e sviluppo dell’impresa e contenuta la destinazione dei fondi ai settori innovativi ad alta tecnologia. Ed è limitato l’apporto dei fondi pensione. Anche perché la scarsa propensione alla quotazione rende particolarmente delicata la fase del disinvestimento. Una soluzione delle criticità normative e regolamentari potrebbe facilitare il ricorso al capitale di rischio, soprattutto per le Pmi.

Dov’è l’anomalia del mutuo italiano

Non è tanto il rialzo dei tassi di interesse a rendere pesante la rata del mutuo, quanto le condizioni praticate dalle banche. Nei mutui a tasso variabile permane un differenziale di circa 20 punti base rispetto all’Euribor. Del tutto ingiustificato poi il prezzo dei finanziamenti a tasso fisso. Spesso infatti le banche italiane applicano lo spread del variabile al tasso swap corrispondente alla durata legale dell’operazione. A dimostrazione della necessità delle iniziative di educazione finanziaria avviate di recente dalla Banca d’Italia.

Mary Poppins e la fiducia nelle banche

Pur avendo studiato e più tardi anche insegnato il fenomeno, tuttavia nella mia esperienza la corsa agli sportelli rimaneva confinata al cinema, precisamente a una scena del film "Mary Poppins", quando uno dei due piccoli protagonisti grida nei corridoi della grande banca di "credito, risparmio e sicurtà" in cui il padre lavora, "rivoglio il mio denaro!", provocando immediatamente il panico fra i presenti, che si accalcano agli sportelli chiedendo la restituzione dei propri depositi. La banca chiude precipitosamente e in men che non si dica una lunga fila di risparmiatori agitatissimi si forma davanti al suo portone. Ora le immagini di lunghe code che si prolungano al di fuori dei locali commerciali e invadono i marciapiedi all’esterno sono su tutti i mezzi di informazione. I settantasei sportelli della Northern Rock, l’ottava banca inglese per grandezza, sono stati presi d’assalto dai depositanti.

Dossier: l’Opa europea

L’Italia recepisce la direttiva sulle offerte pubbliche. Arriviamo con un anno di ritardo rispetto al termine posto da Bruxelles e dopo che tutti gli altri paesi europei hanno già provveduto a cambiare i loro ordinamenti. Ma anche dopo un dibattito vivace in cui si sono confrontate proposte di riforma e difesa delle norme del Testo unico della finanza che (una volta tanto) sono fra le più liberali d’Europa. Ecco gli interventi su lavoce.info di Filippo Cavazzuti, Salvatore Bragantini, Marco Onado, Alfredo Macchiati, Renzo Costi.

Navigazione a vista per la Bce *

La Banca centrale europea seguirà l’esempio della Fed e taglierà i tassi di interesse? E’ poco probabile in questa fase. Intanto, perché ormai i cicli economici americani precedono i cicli europei di più di dodici mesi. E la crisi è tutto sommato di proporzioni modeste. La Bce cerca un difficile equilibrio per far tornare la fiducia nei mercati senza “premiare” le banche troppo imprudenti. Lo scenario più probabile è che continui la situazione d’instabilità, col rischio di sfociare in una vera e propria recessione mondiale.

Perché non è un altro 1929

L’allarme di chi ha individuato analogie tra la situazione attuale e la Grande crisi è senz’altro eccessivo. Ma finita l’emergenza, l’inflazione tornerà in primo piano. Andranno rivisti aspetti importanti della regolazione dei mercati finanziari. E come far sì che gli operatori siano più attenti nell’assunzione dei rischi pur senza eccedere nelle tutele? Un tema da affrontare con grande pragmatismo: non troveremo la cura definitiva per le crisi finanziarie, ma possiamo attrezzarci per renderle meno acute, soprattutto nell’impatto sul reddito e l’occupazione.

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