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Scontare la pena ma non in una galera

Come una bomba a orologeria, torna la minaccia dell’insostenibilità del sovraffollamento delle carceri. E il Presidente Napolitano parla di possibili amnistie e indulti. Che tuttavia non sono rimedi duraturi e aumentano i crimini, come mostra l’evidenza empirica. Costruire nuove carceri è necessario, ma le risorse economiche scarseggiano e manca la volontà politica di realizzare opere che nell’immediato non possono dare risultati da spendere elettoralmente. Le valide soluzioni, però, non mancano: dal braccialetto elettronico per i condannati meno pericolosi alla depenalizzazione.

Marco Arnone, un esempio di vita

Marco Arnone era un economista che univa la profonda riflessione intellettuale alla passione per la giustizia, in difesa dei più deboli. Nei suoi studi e nella sua attività, l’etica e il senso della giustizia hanno sempre accompagnato la necessità di perseguire l’efficienza economica. I suoi contributi in diversi campi dell’economia mostrano la capacità di valutare gli aspetti più delicati e complessi dei problemi. Su molti temi è intervenuto con tesi innovative e lungimiranti. E per i suoi studenti è stato un vero maestro.

Come attribuire il rating di legalità

Il “rating di legalità”, previsto dal recente decreto liberalizzazioni, dovrebbe servire a selezionare le imprese virtuose in base allo status giudiziario dei responsabili delle società, ai certificati antimafia, alla rete delle forniture. In modo da aprire loro una corsia preferenziale nell’acquisizione degli incarichi da parte delle amministrazioni pubbliche. Rimangono però poco chiari alcuni aspetti della normativa. E c’è il rischio che il “bollino blu” della legalità non si riveli davvero conveniente per le aziende.

Meno tribunali, più giustizia

La decisione di accorpare i tribunali, eliminando molte sedi minori, è positiva per i costi dello Stato ma anche per la giustizia e quindi per l’interesse del cittadino. Consente infatti di sfruttare le economie di scala e soprattutto di specializzare i giudici, aumentandone così la produttività. Anche i costi diretti per il cittadino che ricorre alla giustizia civile potranno essere ridotti se, grazie alla maggiore dimensione delle sedi, si potrà accelerare l’introduzione del processo telematico.

Eccesso di Accesso (alla giustizia)

In Italia abbiamo un problema di “eccessiva” facilità di accesso al servizio giustizia. Lo spiega il professor Persico al Convegno del 4 luglio 2012, tenutosi in Cattolica, in occasione del decennale del nostro sito. Scarica le slides della presentazione, in allegato.

 

Le professioni legali: passi avanti, passi indietro

I cambiamenti in atto per le professioni legali, spiegate nelle slides che il professor Vella ha usato per accompagna il suo discorso al Convegno in occasione del decennale de Lavoce.info, il 4 luglio 2012 all’Università Cattolica. Scarica il pdf in allegato.

Troppi azzardi (morali) nella giustizia civile *

La gestione di una causa civile costa allo Stato circa 500 euro contro un incasso dell’8,7 per cento delle spese sostenute pari a una media di 43 euro. È per questo che il ricorso alla giustizia civile si è trasformato spesso in un abuso e ha causato l’ingolfamento dei tribunali, sommersi ogni anno da oltre 5 milioni di nuove procedure. E, di conseguenza, l’insostenibile lunghezza dei processi civili in Italia. Per risolvere la situazione basterebbe introdurre la certezza assoluta, all’inizio del processo, che chi perde, e non la collettività, paga il conto. E forse al ministero servirebbe un manager.

UN ASSEGNO DALLA PARTE DEI FIGLI

In controtendenza con quanto accade nel resto d’Europa e in Nord America, in Italia le separazioni continuano ad aumentare. Il fenomeno dipende anche dalle difficoltà dei giudici nel determinare gli assegni di mantenimento, formalmente a tutela del benessere dei figli. Un passo in avanti può essere l’utilizzo delle scale di equivalenza, una misura semplice e in grado di garantire una soluzione ragionevole al problema. Si tratterebbe di un adeguamento normativo praticamente a costo zero, in grado però di favorire una maggiore equità tra generazioni e generi.

COSÌ LA CORRUZIONE PROSPERA

La corruzione in Italia è un fenomeno pervasivo e sistemico. E tuttavia le norme appena approvate alla Camera si possono considerare come un compromesso al ribasso tra istanze politiche contrapposte. Gli aspetti positivi non mancano, ma non si affrontano le vere criticità del sistema e in alcuni casi si fanno pericolosi passi indietro. Se la legge sarà definitivamente varata, per molti anni rappresenterà il quadro normativo di riferimento nella lotta alla corruzione nel nostro paese. Senza riuscire a incidere sulle condizioni che rendono queste attività redditizie e poco rischiose.

 

MULTITASKING NELLA GIUSTIZIA

Fare troppe cose insieme non è produttivo. Anche per i giudici, che si trovano spesso ad affrontare contemporaneamente centinaia di cause. Una sperimentazione condotta presso la Corte di appello sezione lavoro di Roma mostra che se il magistrato si concentra su un numero molto minore di controversie si ottengono netti miglioramenti, con circa il 20 per cento in più di casi esauriti al mese rispetto ai collegi non sperimentali. È un risultato importante: per le aziende e i lavoratori significa una più veloce definizione dei procedimenti. E per lo Stato risparmi sui risarcimenti.

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