Se gli individui sono liberi di scegliere le persone con cui collaborare all’interno delle imprese o di altre organizzazioni, si ottengono risultati migliori. Ed è anche più facile che si riducano i comportamenti opportunistici, mentre ne guadagna la cooperazione. Un esperimento con gli studenti.
Categoria: Imprese Pagina 24 di 34
Non è semplice valutare dall’esterno la gestione delle municipalizzate romane. Ma in generale le imprese pubbliche si reggono su un delicato equilibrio tra poteri di indirizzo della politica e responsabilità di amministratori e dirigenti. Se non si rispettano i ruoli, si rischia la peggior deriva.
La Commissione europea ha dichiarato illegittimo il regime fiscale applicato nello scorso decennio dall’Irlanda ad Apple. Se non si possono allineare i sistemi fiscali europei, serve almeno un coordinamento minimo sui regimi applicabili alle grandi imprese che operano su più mercati dell’Unione.
Più che incoraggiare o scoraggiare la successione tra familiari nella gestione di un’azienda, il sistema fiscale dovrebbe valorizzare il capitale umano, interno o esterno alla famiglia proprietaria. Incentivi fiscali a “due velocità” per le esigenze delle piccole imprese e di quelle più strutturate.
Ciò che distingue le aziende familiari italiane da quelle del resto del mondo è il fatto che non solo l’amministratore delegato ma tutto il management è scelto nella cerchia familiare. Così le imprese sono meno produttive e meno innovative. Cinque modi per favorire una selezione più meritocratica.
La Commissione europea ha aperto una procedura contro Google-Android per abuso di posizione dominante. Sotto accusa gli accordi vincolanti con i produttori di smartphone. Ma la situazione è diversa da quella che portò alla multa per Microsoft e allo spacchettamento di Windows. Innovazione favorita.
È la legge che ci consegna la definizione di consigliere indipendente nel cda delle società quotate. E a quella bisogna rifarsi per evitare giudizi sommari, perché non si tratta di una patente che rende alcuni amministratori più affidabili di altri da guardare con sospetto. Il caso Unicredit.
Il Cda di Unicredit si appresta a licenziare l’amministratore delegato, imputandogli alcune decisioni non condivise. Ma in un classico caso di porte girevoli all’italiana, sembra poi volergli affidare la presidenza della banca. Conseguenze di un sistema pietrificato, nonostante le riforme.
Quando sono i fondi di investimento ad avere la maggioranza dei voti in assemblea si può verificare il paradosso che si limitino a eleggere solo una piccola minoranza di consiglieri nel cda. Lo ha sottolineato anche l’ultima relazione annuale della Consob. Due soluzioni tecniche da approfondire.
La relazione sull’attività della Consob nel 2015 è stata deludente. Si dilunga su temi che la riguardano poco, glissa su altri di sua competenza, si autoassolve sui prestiti subordinati delle banche in liquidazione e quasi nulla dice sul governo societario. La nota positiva è il sostegno all’Esma.