Il successo del Movimento 5 Stelle nelle ultime elezioni ha cambiato l’approccio dei partiti tradizionali verso la comunicazione in rete. E in questi ultimi mesi Twitter sta diventando il principale strumento di comunicazione politica. Forse a sorpresa, a utilizzarlo nel modo più efficace è il Pdl
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Il premio Nobel riunisce tre studiosi che utilizzano strumenti di analisi differenti. Con risultati conosciuti in ambiti diversi: economisti o professionisti della finanza, fino al grande pubblico. Tre approcci che però hanno la capacità di completare la nostra comprensione dei mercati finanziari.
Il premio Nobel per l’economia a Fama, Hansen e Shiller testimonia che, sebbene l’ipotesi di mercati efficienti sia contraddetta da crisi finanziarie e anomalie varie, per la maggioranza degli investitori rimane valida la sua implicazione principale: battere il mercato è molto difficile.
Gli investitori sembrano avere più fiducia nel titolo Mediaset quando il suo azionista di riferimento fa almeno parte della coalizione di Governo, perché migliori sono i risultati economici dell’azienda. Ecco perché il crollo del titolo di qualche giorno fa potrebbe aver salvato il Governo Letta.
È stata lanciata un’app per iPhone e iPad che promette una rivoluzione nell’economia sperimentale. Permetterà la creazione di un laboratorio real-time dislocato in tutto il mondo, per analizzare in modo creativo vari aspetti del comportamento umano di interesse economico. Con molte applicazioni.
Più di 31 milioni di italiani non leggono nemmeno un libro all’anno. Perché stupirsi allora se il 5 per cento dei cittadini non sa decifrare singole cifre o lettere, il 33 per cento non è in grado di capire una breve frase e un numero ancora maggiore non riesce a decodificare un messaggio orale?
Certamente i sondaggi elettorali hanno dei limiti, ma merita una riflessione anche il controverso rapporto con i mezzi di informazione. I media e la politica chiedevano una “predizione” che fotografasse molto precisamente l’esito del voto. Con tanto di domande impossibili rivolte ai sondaggisti.
I sondaggi sono uno strumento di marketing molto efficace per le aziende. Più difficili quelli sulle intenzioni di voto. Perché fotografano le opinioni degli elettori in un momento diverso da quello della consultazione. E in un quadro politico che muta rapidamente. Costi e qualità delle ricerche.
Al di là dei problemi che rendono difficile la rilevazione, al sondaggista può capitare di cadere nella trappola dell’opinione dominante. Dubita così dei numeri che ha raccolto e, occhieggiando i risultati dei colleghi, attenua le tendenze che ne emergono. Che poi a urne aperte si rivelano corrette.
I sondaggi non hanno “previsto” il boom del M5S alle ultime elezioni perché era difficile inquadrarlo in uno scenario, proprio per i suoi elementi di peculiarità e novità. Ma probabilmente anche perché gli elettori dell’area di centrosinistra erano riluttanti a dichiarare l’intenzione di votarlo.