L’Italia ha accumulato un grave ritardo nella realizzazione di reti ad altissima capacità. Eppure, ci sono ora tutti gli strumenti per sostenere l’offerta e la domanda di connettività a banda larghissima. E le scelte ormai non sono più procrastinabili.
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Il regolamento edilizio del comune di Milano prevede che tutti gli edifici di oltre cinquant’anni debbano dotarsi di una certificazione di idoneità statica. Costerà ai cittadini milanesi centinaia di milioni. Ma la sua utilità è tutta da dimostrare.
Sul banco degli imputati per il calo degli investimenti pubblici c’è il Codice degli appalti, ora modificato di nuovo dopo le riforme del 2016 e 2017. I dati su bandi e importi dei lavori mostrano però un sostanziale recupero dopo il periodo della crisi.
I costi della rinuncia alla Tav sarebbero molto elevati. Alle penali vanno aggiunte le spese già sostenute per le prime opere e, soprattutto, la perdita dei fondi europei: in totale sarebbero più di 4 miliardi. Oltre al danno per la credibilità del paese.
L’ex Commissario straordinario per la Torino-Lione e due suoi collaboratori riassumono punto per punto le loro critiche all’analisi costi benefici della commissione Ponti. La loro conclusione: è un’analisi sbagliata nei numeri e nel metodo.
La ricerca economica ha messo a punto metodi che permettono di quantificare le conseguenze sul territorio dei cambiamenti nei costi di trasporto, accanto ai benefici apportati. Possono dunque offrire indicazioni sugli eventuali meccanismi compensativi.
Seguire la metodologia standard nelle analisi costi benefici consente di evitare le manipolazioni. Il “beneficio sociale” va dunque calcolato senza distinguere tra quello del consumatore e quello del produttore, analizzato nell’analisi finanziaria.
L’avvio delle trattative di Ferrovie dello Stato con Delta ed Easyjet e la disponibilità del ministero dell’Economia a entrare nel capitale segnano l’ennesimo nuovo inizio per Alitalia. Ma il tempo stringe perché la compagnia continua a perdere soldi.
È stata finalmente pubblicata l’analisi costi benefici del nuovo collegamento ferroviario Torino-Lione. Soffre di gravi carenze metodologiche e risente di ipotesi arbitrarie. Particolarmente discutibili appaiono quelle su accise e pedaggi autostradali.
L’analisi costi benefici rischia di rimanere vittima del dibattito sulla Tav. Invece è una tecnica da rafforzare perché cruciale nel valutare un progetto. Nel primo di due articoli alcune considerazioni di carattere generale sui fattori da considerare.