Il Def contiene un allegato in cui sono elencate le spese dello stato nelle regioni e nelle province autonome. Così come proposto oggi, il documento non dà molte informazioni. Basterebbero però alcune modifiche per renderlo più utile e chiaro.
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Nella vicenda Madia c’è una tendenza preoccupante a mischiare fatti e sospetti, fatti e (pre)giudizi, e fatti diversi, e a confondere giudizio politico e questione della tesi. Nuove prove che dimostrano l’inconsistenza di alcune accuse. Altre accuse rimangono in piedi.
Quali sono i pro e i contro della democrazia diretta? E quali caratteristiche hanno i paesi che più la utilizzano? Per “spacchettare” senza danni un tema specifico dalla delega generale data agli eletti servono cittadini istruiti e stabilità politica.
Gli strumenti di democrazia diretta che M5S vuole introdurre a Roma sono compatibili con quanto prevede il Testo unico degli enti locali. E la possibilità di sperimentare su base locale nuove politiche pubbliche è uno dei vantaggi del federalismo.
La direttiva europea del 2014 sugli appalti pubblici ha introdotto la possibilità di utilizzare i comportamenti passati delle imprese nelle decisioni di scelta dei contraenti privati. In che modo gli stati recepiscono la novità nei loro ordinamenti?
Come ha fatto la burocrazia a diventare un centro di potere capace di ostacolare le riforme e lo sviluppo dell’Italia? Lo spiegano Francesco Giavazzi e Giorgio Barbieri ne “I signori del tempo perso”, di cui pubblichiamo uno stralcio.
Il decreto Milleproroghe, approvato in via definitiva dalla Camera, sposta a fine anno il termine per la presentazione del rendiconto di bilancio dei partiti, pena una multa di 200mila euro. I partiti più grandi sembrano in regola. E allora a cosa serve davvero la proroga?
Inquadrare il traffico di influenze illecite è difficile perché non esiste un concetto ben definito di quelle lecite, ovvero dell’attività di lobbying. Regolamentare meglio i rapporti fra i gruppi di interesse e la pubblica amministrazione porterebbe più trasparenza e chiarezza.
In Italia riforme teoricamente utili finiscono spesso per non produrre gli effetti sperati. Succede anche perché la valutazione di una determinata politica si ferma alla fase legislativa, senza coinvolgere quella di attuazione.
Alla fine, la riforma Madia si rivela più una revisione della legge Brunetta che un passo verso una Pa più organizzata ed efficiente. Gli elementi di regolazione formale prevalgono sulle modalità operative. E restano tutte le contraddizioni dell’ordinamento del lavoro pubblico “privatizzato”.