Molte le misure della Finanziaria 2005 che interessano il settore immobiliare. Alcune, come l’incremento delle imposte fisse previste nella compravendita di case, servono a finanziare la riforma fiscale. Altre puntano a contrastare l’elusione e l’evasione fiscale sui redditi derivanti da immobili, molto vasta in Italia. Ma senza una riorganizzazione del catasto, che ne faccia un fattore di trasparenza e chiarezza su diritti, consistenze e caratteristiche delle unità immobiliari, le nuove norme consentiranno al massimo di eliminare le iniquità più evidenti.
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Per i trasferimenti monetari alle famiglie la via fiscale è uno strumento poco flessibile e inappropriato nel contrasto della povertà . La maggior parte dei benefici va a favore solo di alcune categorie di cittadini. Lo sgravio è più ampio per i decili intermedi e contenuto per il primo, per il problema dell’incapienza. Non c’è stata l’unificazione degli interventi di sostegno a tutte le famiglie con minori e l’estensione degli assegni familiari ai lavoratori autonomi. A parità di effetti sul bilancio, lo strumento della spesa sarebbe stato più trasparente e diretto.
La Finanziaria 2005 ha profondamente modificato il trattamento fiscale dei figli a carico. Determinando una maggiore selettività degli interventi, perché i vantaggi fiscali per la presenza di figli tendono a concentrarsi sulle famiglie con redditi medi. Ma anche una maggiore indeterminatezza, perché il vantaggio fiscale dipende da molti fattori, alcuni dei quali sono scelte discrezionali della famiglia. Sono effetti “bizzarri” e poco trasparenti, dovuti alla decisione di trasformare le precedenti detrazioni dall’imposta in deduzioni dal reddito.
Il rischio di mercato non è ineluttabile per gli schemi pensionistici a contribuzione definita perché il lavoratore può scegliere l’allocazione del suo investimento e dunque può destinarlo a titoli dal rendimento magari basso, ma sicuro. D’altra parte, anche le pensioni a prestazione definita comportano rischi, per esempio quelli legati alla perdita del lavoro. Il vero aspetto preoccupante è che alcune aziende utilizzano il passaggio da uno schema all’altro per ridurre il livello dei contributi, attuando così un taglio “nascosto” del costo del lavoro.
Il ministro Siniscalco invita a giocare al Lotto “con cervello”. Meglio allora non scommettere sul 53: cognizioni elementari di calcolo delle probabilità consentono di comprendere la debolezza delle strategie di chi gioca sui ritardi nel lotto.
Un’ indagine del Consiglio d’Europa, pubblicata in questi giorni ha per la prima volta raccolto statistiche omogenee su alcuni aspetti dei sistemi giudiziari di 40 paesi europei. Il risultato che ne emerge è che in Italia spesa pubblica per giustizia e numero di magistrati non sono affatto bassi, se confrontati con quelli degli altri paesi europei, che pure hanno performance in termini di lunghezza dei processi molto migliori. Le cause di inefficienza della giustizia italiana, dunque , non si può ritenere risiedano in uno stanziamento di risorse troppo limitato.
Nessuno in Europa pensa di abbandonare i presidi collettivi della stabilità finanziaria. I miglioramenti di cui si discute, si potrebbero ottenere con l’adozione di un Codice di condotta comune per le disciplina di bilancio, centrato sugli obiettivi sostanziali invece che sui numeri. Nessuno spazio per speciali esenzioni per singole categorie di spesa, ma via libera alle riforme necessarie per assicurare la sostenibilità del debito nel medio termine. E adeguata considerazione per i criteri di qualità della spesa pubblica in funzione degli obiettivi di crescita.
Il punto sulla legge delega sulla previdenza. A sei mesi dal varo, mancano i regolamenti attuativi. Nessuna delle proposte sul trasferimento del Tfr ai fondi pensione tiene conto del fatto che è nato come ammortizzatore sociale. Difficile così convincere i lavoratori a dirottarlo verso la previdenza complementare. Come previsto da lavoce.info, il Superbonus contributivo è andato a vantaggio dei lavoratori coi redditi più alti, accentuando la redistribuzione all’inverso operata dal nostro sistema pensionistico e rischiando di aumentare il deficit previdenziale. Né la riforma sembra destinata ad allentare il Patto di Stabilità perché non incide sul debito pensionistico.
In un’ottica di finanza aziendale, il trattamento di fine rapporto può essere interpretato come un debito dell’impresa, con i lavoratori che assumono il ruolo di creditori.Il dibattito sulla compensazione alle aziende per la perdita del Tfr dovrebbe allora tenere in considerazione anche la riduzione del rischio di impresa dato dalla progressiva esternalizzazione del Tfr. In un mercato efficiente, infatti, dovrebbe portare a una riduzione del costo di altre fonti di capitale. I risultati di uno studio empirico.
L’invecchiamento della popolazione è un fenomeno di grande rilievo per le politiche sociali ed economiche. Un’indagine europea su salute fisica e mentale, utilizzo dei servizi sanitari, attività lavorative, rete di rapporti familiari e sociali, reddito, ricchezza e consumi degli ultracinquantenni può aiutare a capire quali sono le condizioni economiche, sociali e mediche che favoriscono una terza età attiva e quanta capacità lavorativa resta oggi inutilizzata. O, viceversa, come si possono soddisfare in modo efficace ed efficiente i bisogni di chi non gode di ottima salute.