Non serve la nazionalizzazione per mettere ordine nelle autostrade. Il modello con un gestore soggetto a regolazione è ancora valido. Purché si cambi radicalmente la regolazione, riconducendola a quella di altri settori regolamentati.
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Invece di lanciarsi in annunci affrettati, i ministri farebbero bene a elaborare una revisione dell’assetto di regolazione delle concessioni stradali. E dovrebbero investire risorse e professionalità per rafforzare i controlli a garanzia dei cittadini.
Nel 2017 sono aumentati fatturati, ricavi e redditività lorda delle imprese italiane. Si sono ridotti i debiti finanziari ed è cresciuto il capitale proprio. Però gli effetti di una nuova crisi finanziaria su investimenti e occupazione sarebbero pesanti.
Torna a salire il prezzo dei crediti di carbonio sul mercato europeo dei permessi di emissione, il più importante al mondo. È una buona notizia perché è un modo per indurre spostamenti su larga scala verso l’utilizzo di gas naturale e fonti rinnovabili.
Debolezze vecchie e nuove hanno costretto l’Argentina a chiedere risorse al Fondo monetario internazionale. Ma l’accordo sottoscritto potrebbe portare a un avvitamento della crisi economica. E rendere concreto il rischio di un default in stile 2002.
La Grecia è ufficialmente uscita dal terzo programma di salvataggio. Anche se restano dubbi restano sulla capacità di rispettare gli impegni presi con la Troika, è un segnale positivo per tutta l’Europa. Ma nuovi rischi aleggiano all’orizzonte.
Non è la prima volta che l’Italia vive una fuga dei capitali stranieri. Ma a far suonare il campanello d’allarme è il volume dei flussi in uscita registrato tra maggio e giugno: 76 miliardi. Nella legge di bilancio non c’è perciò spazio per errori.
È vero come dicono i politici della maggioranza che la soglia del 3 per cento non ha fondamento logico. Ma non c’è bisogno di rompere le regole Ue e scassare i conti pubblici per ricostruire le infrastrutture.
Solo in Italia nella gig economy lavorano oggi circa 700 mila persone. È un fenomeno in evoluzione. Per questo, regolamentarlo è importante, per tutelare i lavoratori, ma anche le imprese. I risultati di uno studio della Fondazione Debenedetti.
Nonostante la politica migratoria molto rigida, ogni anno in Australia entrano più immigrati che in Italia, contribuendo a mantenere un saldo positivo della popolazione. Sono arrivi legati alle esigenze del mercato e con il coinvolgimento di sponsor.