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UN NUOVO SISTEMA DI REGOLE PER LE BANCHE CROSS-BORDER

Come garantire la stabilità del sistema finanziario senza rinunciare ai benefici dell’innovazione e alla dimensione globale e multifunzionale delle istituzioni? Cerca di rispondere a questa domanda un rapporto di Ceps-Assonime. Ne pubblichiamo una sintesi, suddivisa in quattro interventi. Iniziamo dalla nuova architettura regolamentare dei gruppi bancari cross-border, fondata sul contenimento dell’azzardo morale per i banchieri e sull’effettiva possibilità di fallimento per tutte le istituzioni finanziarie. Nei prossimi numeri de lavoce.info proporremo gli altri tre articoli che completano l’analisi.

COME TENERE A BADA I CONFLITTI D’INTERESSE IN SOCIETÀ

La Consob ha emanato il nuovo Regolamento sulle operazioni con parti correlate, che introduce una disciplina radicalmente innovativa delle operazioni compiute dalla società con controparti legate da rapporti particolari, operazioni particolarmente adatte a estrarre dalla società “benefici privati”, ovverosia non condivisi con gli azionisti di minoranza. Una buona notizia per la borsa e per l’economia nazionale.

L’INFORMATICA DOPO LA CRISI

Le tecnologie dell’informazione e della comunicazione possono svolgere un ruolo centrale nell’uscita dalla crisi. Il settore attraversa però un momento particolarmente negativo nel nostro paese. E si invoca maggiore spesa pubblica. Che è utile solo se ha come obiettivo primario la crescita complessiva del mercato, qualitativa oltre che quantitativa. In particolare, l’intervento pubblico può accelerare la maturazione complessiva del mondo dell’offerta, a patto che utilizzi misure veloci, certe, affidabili nei tempi e nell’entità.

IL COMMENTO DI DANIEL GROS

Le preoccupazioni di Vito Tanzi sarebbero pienamente giustificate se il Fondo monetario europeo dovesse diventare veramente una fonte alternativa di "soldi facili". Ma un Fme come proposto da Thomas Mayer e da me sarebbe l’opposto: costituirebbe uno strumento per aumentare la disciplina attraverso la procedura di "fallimento sovrano" pianificato che noi abbiamo ideato.
Un FME potrebbe anche costituire uno strumento utile per rafforzare la presenza europea nel Fondo monetario internazionale. Infatti i paesi della zona euro (che farebbero tutti parte del Fme) potrebbero unificare i loro seggi nel Fmi. Non ci sarebbe nessuna concorrenza tra Fme e Fmi, ma l’uno (Fme) farebbe parte dell’altro (Fmi).
Se fosse finanziato dai soli paesi che violano i parametri di Maastricht, nei prossimi anni accumulerebbe quasi 30 miliardi all’anno (con l’Italia tra i maggiori contribuenti).
Sento spesso un’altra obiezione: i contributi rendono la finanza pubblica del paese ancora più difficile. Rispondo che il contributo nazione (cumulato, con interessi) rimarrà sempre come riserva di emergenza a disposizione del paese. Per cui non considererei questi contributi come un aggravio della situazione.

DIFFICOLTÀ E RISCHI SULLA STRADA DEL FONDO MONETARIO EUROPEO

Il Fondo monetario europeo non è solo un’idea molto difficile da realizzare. Per i paesi dell’Unione monetaria rappresenterebbe un’alternativa al Fondo monetario internazionale. E anche chi non ha i conti pubblici in ordine potrebbe così sentirsi autorizzato a seguire con disinvoltura politiche fiscali anticicliche, sicuro di avere comunque una rete di protezione. Mentre invece è necessario rafforzare il controllo europeo sulla disciplina di bilancio dei paesi membri. La perdita di influenza all’interno dell’Fmi.

L’INGEGNERIA ELETTORALE REGIONE PER REGIONE

Il 28 e 29 marzo si terranno le elezioni per il rinnovo di tredici consigli regionali. Elezioni importanti, che hanno una fortissima valenza politica. Ma con quale sistema elettorale si vota? Una legge costituzionale del 1999 dà alle Regioni la possibilità di disciplinare in maniera indipendente le norme elettorali. E il quadro delle regole sul voto è oggi molto variegato. Non mancano neanche i conflitti con lo Stato, che ha fissato i principi generali a cui le Regioni dovrebbero attenersi. Il caso più eclatante è sul vincolo al numero dei mandati del presidente.

TUTELIAMO IL REDDITO, NON IL POSTO FISSO

I vincoli ai licenziamenti previsti dalle normativa italiana hanno lo scopo di assicurare il lavoratore contro le possibili fluttuazioni del mercato del lavoro e trasferirne il peso sull’impresa che può neutralizzarle con maggiore facilità. Ma ai vantaggi di una maggiore stabilità dell’impiego corrispondono i costi di una più lunga durata della disoccupazione e di minori salari. Senza contare i diversi modi per aggirare la legislazione, un problema che la crisi ha reso ancora più evidente. Meglio allora ripensare l’intero modello.

QUANDO GLI INCENTIVI BATTONO I FAVORITISMI

Quali sono gli effetti del favoritismo e della corruzione sull’andamento economico? Uno studio mostra che le connessioni sociali hanno conseguenze complessivamente negative sul funzionamento dell’impresa quando i manager sono pagati con un importo fisso, mentre ciò non accade quando si aggiunge un premio di risultato. Una questione di incentivi. Per questo la presenza generalizzata del fenomeno induce individui e imprese a investire tempo e denaro nella ricerca di connessioni, agganci, piuttosto che a migliorare il proprio grado di efficienza.

FONDO MONETARIO EUROPEO: DI COSA PARLIAMO

Qual è la proposta?

L’idea trae origine da un paper pubblicato il mese scorso da Daniel Gros e Thomas Mayer. E consiste nel creare un’istituzione con il principale obiettivo di erogare prestito ai 16 paesi dell’Unione allorché uno dei paesi membri incorra in una crisi come quella Greca. In caso di crisi, un paese potrebbe richiedere al Fondo prestiti fino a raggiungere la somma pagata che ha versato sino a quel momento, a patto che le sue politiche di bilancio siano state approvate dagli altri membri della zona euro. Aiuti superiori a quell’importo comporterebbero un piano di adeguamento di bilancio sotto la supervisione delle autorità europee. Compito del fondo sarebbe istituire una cornice di regole per gestire in modo ordinato le crisi di debito disinnescando panico e rischio di contagio.

Come verrebbe finanziato?

L’Fme sarebbe finanziato dai paesi che non rispettano i limiti di Maastricht su deficit e debito e fornirebbe a un paese in difficoltà garanzie sul proprio debito a fronte di pensanti sanzioni (esclusione dai fondi strutturati, non eleggibilità del proprio debito come collaterale per il finanziamento della Bce, e in casi estremi, esclusione dall’Unione e dall’euro). Secondo Gros e Meyer se un fondo di questo tipo fosse stato introdotto con l’euro nel 1999, sarebbero stati accumulati fino a oggi 120 miliardi di euro – una cifra sufficiente per salvare un paese membro anche di medie dimensioni.

Avrebbe solo funzioni di salvataggio?

No. Avrebbe anche una importante funzione stabilizzatrice perché, finanziandosi con prelievi sui paesi che violano le norme di bilancio dell’Unione si aumenterebbe l’incentivo a rispettarle. Le istituzioni dell’Unione si doterebbero di uno strumento di  maggiore potere per punire i “bricconi” fiscali.

Che differenza col fondo monetario internazionale?

L’Fme avrebbe le stesse funzioni e modalità di intervento dell’Fmi, ma inoltre stabilirebbe le procedure da seguire in caso di default (anche parziale) di uno stato, cosa che il Fondo Monetario internazionale non fa.

E’ applicabile alla Grecia?

No. è un progetto che richiede tempi di non rapida attuazione.

LA CORTE COSTITUZIONALE, UN MODELLO PER L’UNIVERSITÀ

Come ridefinire l’assetto di governance degli atenei, evitando l’autoreferenzialità, ma garantendone l’autonomia? Un modello possibile è quello della Corte costituzionale. La nomina dei membri del consiglio di amministrazione sarebbe così affidata a soggetti diversi, ciascuno dei quali non sceglierebbe più di un terzo dei componenti. Ricordando che la gestione quotidiana dell’ateneo è affidata al rettore, mentre il ruolo del Cda è quello di fornire una guida strategica e una supervisione indipendente dell’operato degli altri organi di governo interni.

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