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DENARO DI PLASTICA E DEBITI DA PAGARE

Il crescente livello del tasso di insolvenza legato alle carte di credito negli Stati Uniti rischia di aprire un nuovo fronte della crisi economica. E anche in questo caso il contagio potrebbe estendersi all’Europa. L’Italia è meno coinvolta di altri paesi europei, ma anche le nostre famiglie ricorrono sempre più a prestiti dalle banche. La creazione dell’istituto del fallimento del debitore potrebbe essere una soluzione e uno strumento utile per le famiglie in difficoltà. A condizione di disincentivare i comportamenti opportunistici ponendo un filtro per l’ammissione alle procedure fallimentari.

IL TALENTO PREMIATO DALLO STIPENDIO

Premiare il merito significa anche retribuirlo in modo congruo. Dunque, per permettere al sistema universitario italiano di aprirsi verso l’esterno, reclutare i migliori cervelli internazionali e trattenere quelli italiani è necessario un deciso innalzamento delle retribuzioni di ricercatori e professori. Il confronto tra carriere analoghe negli Stati Uniti e in Italia mostra l’entità della perdita per chi resta nel nostro paese. Ma il ruolo di ingresso non può più rappresentare per tutti un’assunzione a tempo indeterminato.

LA RISPOSTA AI COMMENTI

Grazie per i commenti. Non si può non concordare con quello che interpreta l’episodio come un  sintomo della tensione tra una politica monetaria unica e un quadro di politica economica frammentato su linee nazionali. Aggiungo che in un momento in cui si avanzano con enfasi proposte per rifondare la finanza sulla base di regole e di richiami all’etica colpisce che un paese fondatore dell’UME proponga norme che, oltre ad andare contro consolidate regole contabili e fiscali, intaccherebbero l’indipendenza finanziaria e istituzionale della Banca d’Italia e dunque dell’Eurosistema di cui questa è parte integrante.  Da qui discendono, tra l’altro, le funzioni eminentemente pubbliche di un istituto di diritto pubblico. Questi aspetti non sono inficiati dal dato storico di banche e assicurazioni private, oltre a enti pubblici, tra gli azionisti. Un esempio a questo riguardo è la remunerazione puramente simbolica del capitale, mentre è lo Stato, tra imposte sui redditi societari e retrocessione che ottiene benefici prevalenti dalla redditività della Banca d’Italia.
Tornando alle regole che, se accettate, devono poi essere  rispettate se se ne vuole preservare la credibilità e quindi l’efficacia segnaletica nei confronti degli operatori di mercato, merita di essere sottolineato che  il secondo parere del 24 luglio della BCE; curiosamente, a differenza del primo, di questo non c’è sinora traccia nei comunicati stampa del MEF né  sul sito della Banca d’Italia) sull’emendamento all’originaria norma sulla tassazione delle plusvalenze auree è, se possibile, ancor più negativo (o se si vuole “più ostativo”) sui temi dell’indipendenza finanziaria e istituzionale della Banca d’Italia e dell’incompatibilità del divieto di finanziamento monetario del settore pubblico. Ciò lascia facilmente intravvedere il rischio concreto dell’apertura di una procedura d’infrazione per violazione delle prerogative della BCE ai sensi dell’art. 230 del Trattato.
Molte delle obiezioni all’emendamento presentato il 15 luglio erano prevedibili; non si può escludere che la durezza formale nelle dettagliate argomentazioni della BCE sia  stata stimolata anche dalle forme nella risposta al primo parere. Basta ricordare l’evoluzione nell’aggettivazione del previsto parere della BCE, da favorevole a non ostativo; un inciso, che si presta a interpretazioni beffarde, “ nella misura idonea a garantire l’indipendenza finanziaria e istituzionale della Banca centrale” in successive versioni dell’emendamento;  motivazioni nella lettera del Ministro al Presidente della Camera circa la ratio di un’imposizione sulle plusvalenze maturate, anche se non realizzate, che suggeriscono un’analogia, che non esiste nel nostro ordinamento, tra il trattamento fiscale dei redditi da capitale per le persone fisiche che sottoscrivono fondi comuni di diritto italiano e quello di una società.  

DUE DOMANDE AL GOVERNO

Una lettura attenta della legge di assestamento del bilancio dello Stato per il 2009 approvata dal Senato e ora al vaglio della Camera, fa sorgere due interrogativi di fondo, su cui sarebbe opportuno avere chiarimenti dall’esecutivo. In che cosa consistono le maggiori spese proposte dalla legge? Che cosa è successo al Fondo Strategico per il Paese a sostegno dell’economia reale e, dunque, come verranno finanziate le spese della ricostruzione dell’Abruzzo?

LA RISPOSTA AI COMMENTI

Grazie per i commenti. Nel complesso, l’obiezione più ricorrente è che la BCE starebbe correttamente attuando una politica monetaria espansiva, necessaria per sostenere l’economia in crisi. Ben venga quindi l’espansione monetaria. Di altri problemi – come l’inflazione – ci si potrà occupare in futuro.
La mia risposta è che, in questa fase, la massiccia immissione di liquidità da parte della BCE non va a finanziare il settore privato (imprese e famiglie), ma il settore pubblico. Ciò pone due problemi. Primo: la trasmissione della politica monetaria, tramite il settore bancario, è in questo momento inefficace; quindi inondare le banche di liquidità non serve a conseguire l’obiettivo -ufficialmente dichiarato – di sostenere le imprese e le famiglie, alla ricerca di finanziamenti. Secondo: se la vera finalità è quella di agevolare il finanziamento del settore pubblico, si introduce una prassi pericolosa. L’autonomia della politica monetaria dalle necessità di finanziamento del settore pubblico è ormai un principio unanimemente accettato (e giustamente inserito nello Statuto della BCE): violarlo significa porre le premesse per una gestione della moneta orientata al breve periodo e introdurre distorsioni rispetto all’obiettivo della stabilità dei prezzi.
Un lettore (anonimo) chiede di fornire qualche dato a sostegno della mia tesi. Com’è noto, la fase espansiva della politica BCE è iniziata nell’ottobre dello scorso anno. Bene, la detenzione di titoli pubblici da parte delle banche della zona euro è passata da 1.187,7 miliardi di euro nell’ottobre del 2008 a 1.423,1 miliardi nel maggio di quest’anno (+20%). Su base annua, il tasso di crescita del credito concesso dalle banche della zona euro al settore pubblico era dell’8,3% a maggio, contro il 3,1% del credito complessivo al settore privato (-0,2% per le famiglie). Credo che siano dati significativi (tutti di fonte BCE, Bollettino mensile di luglio 2009).

GAS: I SALDI ARRIVANO PER DECRETO

Il decreto anticrisi contiene anche una riduzione pilotata dei prezzi del gas. E’ un favore a Eni e alle grandi imprese energivore. I risparmi nelle bollette delle famiglie sono decisi dall’Aeeg e dipendono dal calo del prezzo del petrolio nell’ultimo anno. E’ assai improbabile che il provvedimento renda più concorrenziale e più efficiente il mercato del gas italiano. E resta perciò aperto l’interrogativo sui prezzi che pagheranno coloro che non sono né piccoli consumatori tutelati né grandi consumatori industriali.

QUANDO L’IMMIGRAZIONE E’ GOVERNATA DAL PREGIUDIZIO *

Una politica restrittiva in tema di immigrazione, come quella adottata dal nostro governo, certamente riduce il numero dei lavoratori stranieri presenti in un paese, ma ha anche l’effetto involontario di allontanare di più gli immigrati qualificati rispetto a quelli meno qualificati. Si resta così intrappolati in una spirale di forti restrizioni e “cattiva” immigrazione. E di pregiudizi che si autoalimentano. Per l’Italia, la soluzione non è inasprire indiscriminatamente le norme sull’immigrazione, ma ripensarle coerentemente con le necessità del paese.

SE TRICHET FINANZIA IL DEBITO PUBBLICO

La Bce ha deciso di finanziare massicciamente e su scadenze più lunghe del solito le banche. Secondo la motivazione ufficiale si vuole così favorire la ripresa del credito bancario alle imprese, per sostenere l’economia in una fase particolarmente critica. Il sospetto è che invece la Bce attui surrettiziamente una strategia di finanziamento monetario del debito pubblico degli Stati della zona euro. Con il rischio di una fiammata inflazionistica se fosse poi troppo posticipata l’operazione di ritiro dal sistema della liquidità in eccesso.

MILANO DA BERE

Il comune di Milano vieta il consumo di alcolici in luogo pubblico ai minori di 16 anni. E motiva il provvedimento con la necessità di contrastare una epidemia di alcolismo fra i giovanissimi. Le statistiche citate dal sindaco, però, non sembrano dare una solida base all’inasprimento delle norme già esistenti. Anche gli effetti sulla salute dei ragazzi saranno modesti. L’ordinanza ha invece una plausibile giustificazione di costo-beneficio su un altro aspetto: mettere un freno alla movida giovanile. Dove il beneficio primario è quello dei residenti nelle aree interessate.

MANCA IL CORAGGIO ALL’UNIVERSITA’ DEL PD

La proposta di legge del Pd per la riforma dell’università non affronta le questioni cruciali che davvero permetterebbero il suo rilancio. Poche righe sui dottorati di ricerca, senza alcun incentivo a reali sinergie tra atenei. E pochi soldi per le borse di studio di merito. Molto spazio invece è dedicato ai concorsi. I ricercatori cambiano il nome, ma non lo stipendio. Di nuovo c’è l’istituzionalizzazione del doppio binario per il passaggio alle fasce superiori della docenza. Si poteva osare qualcosa di più, magari guardando ai paesi all’avanguardia nella ricerca.

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