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Autore: Luca Clementi Pagina 1 di 5

LE DUE FACCE DELLA GREEN ECONOMY

L’Unione Europea è l’unica area del pianeta dove sono stati presi impegni vincolanti di lotta alle emissioni di gas serra. Ma le politiche dei paesi membri si fondano su incentivi ai consumi di energia verde. Nella produzione di tecnologie e prodotti i protagonisti sono Stati Uniti e Cina. Servirebbe una politica industriale comune che promuova le esportazioni europee, eviti la frammentazione delle iniziative e intraprenda un’azione più decisa sulla tassazione di beni importati da paesi che hanno legislazioni ambientali, e costi, meno stringenti di quella europea.

LA RISPOSTA AI COMMENTI

Per valutare l’efficacia di una terapia, il medico deve poter visitare il paziente e seguirlo nelle cure. Si può mai curare una persona che non si presenta davanti al medico?  Allo stesso modo, il mediatore deve poter incontrarsi con i litiganti per poter svolgere il suo lavoro.  In tutto il mondo, infatti, la bontà delle mediazione e la bravura del mediatore si misura mediante la percentuale di successo degli incontri di mediazione (quando tutte le parti e i loro consulenti si incontrano davanti al mediatore).

FREQUENZE TV: ITALIA FA L’OPPOSTO DELL’EUROPA

Dura ormai da anni il contenzioso tra Europa e Italia sulla concorrenza nel mercato delle comunicazioni digitali. Il diritto comunitario è retto da due principi fondamentali: neutralità delle tecnologie e armonizzazione delle regole a garanzia della concorrenza. Noi invece attribuiamo vantaggi a reti e operatori Tv. E riconosciamo loro un diritto di proprietà sulle frequenze non utilizzate. Il tutto avallato dalle Autorità di garanzia, che hanno scelto procedure diverse per l’assegnazione del dividendo digitale.

IL BUON ESEMPIO DELLA CONCILIAZIONE *

L’Italia è ferma all’ottantesimo posto nella classifica Doing Business, punto di riferimento degli investitori internazionali. Colpa soprattutto dei tempi lunghissimi nel recupero dei crediti per via giudiziale. Per migliorare la competitività del sistema paese e guadagnare posizioni occorrono riforme dagli effetti immediati. Come la conciliazione, che punta a ridurre drasticamente i tempi della giustizia civile, a costo zero per lo Stato. I risultati nei primi tre mesi di mediazione obbligatoria sono molto incoraggianti.

L’AUSTERITÀ VISTA DA SINISTRA

Il rigore di bilancio sembra essere una strada obbligata per paesi indebitati come il nostro. Ma nella gestione del bilancio pubblico si possono adottare strategie diverse, che portano comunque a un controllo della spesa. Per esempio, per garantire la sostenibilità dei sistemi pensionistici, si punta all’adeguamento dell’età pensionabile alle aspettative di vita. Che però è una misura regressiva: colpisce di più i più poveri. Si potrebbe invece pensare a un tetto per le pensioni più elevate. Insomma, le scelte tecniche o inevitabili non esistono.

LA RISPOSTA AI COMMENTI

L’articolo si concentra sulla gravità della (reiterata) mancanza di un’analisi seria dietro decisioni che fissano sussidi, in presenza di obiettivi quantitativi già condivisi a livello politico (politica comunitaria 2020). Prima di preoccuparsi del sussidio infatti occorre fissare le modalità e le azioni con cui si vuole conseguire l’obiettivo. Un percorso che deve essere delineato dal legislatore: in quanto correlato alla strategia energetica e ambientale complessiva (se ce ne fosse una!) e al fine di rappresentare gli interessi di tutti (in quanto collettività e non nella somma di interessi). Quindi un’analisi che necessariamente richiede una valutazione analitica dell’efficienza, dell’efficacia e degli effetti redistributivi delle misure di incentivazione. Solo a valle di questa valutazione è possibile selezionare gli strumenti migliori sotto il profilo pubblico.
Ribadisco che nella valutazione è necessario analizzare tutte le produzioni (solare, eolico, bioenergie, geotermia, idro) ma soprattutto tutte le applicazioni con l’obiettivo di promuovere l’efficienza energetica delle produzioni e degli usi e quindi il risparmio di energia primaria e secondaria (gamba fondamentale del tavolo della politica energetica).
In merito al sussidio, cioè l’extracosto rispetto al prezzo dell’energia all’ingrosso, l’articolo vuole mettere in luce la schizofrenia dell’impostazione legislativa in materia di promozione alle rinnovabili elettriche, non solo per i numerosi cambiamenti delle regole del gioco, ma anche per la limitata attenzione ai costi delle tecnologie e ai meccanismi di formazione del sussidio. Il sussidio al solare fotovoltaico e il prezzo di ritiro dei CV in eccedenza sono esempi di come questa scarsa attenzione caratterizzi ancora una volta la legislazione nazionale.
Rispondo, infine, ai commenti sul dato relativo al prezzo di ritiro dei CV in eccedenza su cui probabilmente l’articolo è stato poco chiaro. Per effetto del decreto Romani, il prezzo di ritiro sarà nel periodo 2012-2015 pari al 78% della differenza tra 180 e il prezzo di vendita dell’energia rinnovabile e co-generativa fissato annualmente dall’Aeeg ex art. 13 D.lgs. 387/03. Questa differenza rappresenta anche il prezzo di vendita dei CV nella titolarità di GSE, quindi il prezzo massimo di offerta dei CV o prezzo di riferimento. Prezzo pari nel triennio 2009-2011 a 88,66; 112,82 e 113,1 €/MWh (il 78% di questo prezzo di riferimento è indicato in tabella).
Il prezzo di ritiro fino al 2011, con le regole in vigore prima del decreto Romani è pari al prezzo medio ponderato risultante dagli scambi dei CV nel mercato nel triennio precedente. Prezzo pari nel triennio 2009-2011 ai valori in tabella. La legge 122/10, anche ai fini del contenimento del costo del sussidio, prevedeva il passaggio (dal 2011) al 70% del valore attuale, quindi a valori – riferiti al triennio 2009-2011 indicati in tabella.
Ancora una volta regole che si modificano ma anche meccanismi di formazione dei prezzi che  cambiano senza un approccio analitico e con una visione di breve termine (i periodi transitori).

Tabella: prezzo di ritiro CV nelle diverse fasi legislative

prezzo di ritiro CV con regole ex legge 244/07

(€/MWh)

2009 98,00  
2010 88,91
2011 87,38

prezzo di ritiro CV con regole ex legge 122/10

(€/MWh)

2009 68,60  
2010 62,23
2011 61,16

prezzo di ritiro CV con regole decreto Romani

(€/MWh)

2009 69,16  
2010 87,99
2011 88,22

RINNOVABILI SENZA SUSSIDI AD OGNI COSTO

La riforma dei meccanismi di sostegno alle energie rinnovabili regge sul presupposto di rendere il sistema di incentivi più efficiente e meno costoso per famiglie e imprese. Ma così non sembra, almeno nella transizione. La strada per ridurre i costi del sussidio è un vero riordino delle politiche di promozione della crescita. Che consideri la relazione tra energia primaria e applicazioni d’uso e la relazione tra energia rinnovabile prodotta e consumata. Oltre a rendere evidente il costo del sussidio.

ENERGIE RINNOVABILI ABBANDONATE ALL’INCERTEZZA

Il decreto legislativo sulle energie rinnovabili ha avuto un iter caratterizzato da conflitti e polemiche tra gli operatori del settore e il legislatore. Oggetto di scontro sono state le parti riguardanti gli incentivi alle rinnovabili, elemento di crescita dello scontro la norma sul fotovoltaico, introdotta in una seconda versione del decreto. Una storia che si ripete e destinata a continuare nei prossimi mesi se il Governo non farà chiarezza.

QUANDO L’EQUITÀ MIGLIORA LA VITA

In genere, gli indicatori statistici di benessere misurano soprattutto i fattori che contribuiscono a generarlo. E ciò porta a sopravvalutare il benessere individuale. Per lo stesso motivo, anche una maggiore sperequazione delle risorse tra gli individui tende a far sovrastimare il benessere collettivo. Mentre invece ogni aumento delle disuguaglianze riduce il benessere collettivo, a parità di Pil. E solidarietà e coesione sociale dovrebbero essere considerati come strumenti indispensabili per raggiungere livelli di benessere più elevati.

COMPETITIVITÀ TEDESCA, UN GIOCO DA BAMBINI. PRODIGIO

Il post-crisi è caratterizzato da uno spostamento dei centri del potere economico verso le grandi economie emergenti e da una disperata ricerca di produttività e competitività nelle grandi economie occidentali. C’è riuscita la Germania, che pure è stata pesantemente colpita dalla crisi globale. Come? Partendo dal riconoscimento delle difficoltà e con un’azione di politica economica ispirata a una visione chiara e realistica del futuro. Per creare le condizioni istituzionali e strutturali per lo sviluppo delle attività economiche di domani.

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