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Soluzioni italiane per una Germania con politica all’italiana

L’esperienza europea degli ultimi venti anni mostra che le grandi coalizioni fanno crescere il debito pubblico e non sono politicamente in grado di attuare riforme politicamente difficili. La Germania dovrebbe dunque puntare su un Governo tecnico, sull’esempio di quelli italiani degli anni Novanta. Garantirebbe l’ampia maggioranza parlamentare necessaria per avviare le riforme, risolvere il problema del federalismo fiscale e ridisegnare l’assegnazione delle competenze tra differenti livelli di governo. A patto però che i partiti forzino i loro leader a fare un passo indietro.

Perché restano piccole imprese

In Italia ogni anno viene creato e distrutto un gran numero di imprese. Ma questo processo non tende necessariamente a dirigere risorse verso quelle più produttive e con maggiori potenzialità di sviluppo. I costi associati alla “creazione distruttrice” non sono perciò affiancati dai potenziali benefici in termini di produttività e occupazione. Rimuovere i vincoli all’investimento innovativo e alla crescita d’impresa, incluse le soglie dimensionali oltre le quali vengono meno sussidi e agevolazioni, sono dunque due aspetti prioritari di politica industriale.

Se l’equity swap dribbla la comunicazione

La famiglia Agnelli resta azionista di riferimento di Fiat. Tuttavia, l’operazione condotta da Exor e Ifil suscita qualche perplessità. Non si tratta di demonizzare i contratti derivati. Ma neanche di far passare il principio che il loro utilizzo, seppure con alcune cautele, consenta di evitare l’obbligo di comunicazione di partecipazioni rilevanti. Ne va della trasparenza dei nostri mercati, nonché della conoscenza delle reali posizioni di controllo nelle società quotate. Per impedirlo, basta introdurre un semplice articolo di regolamento Consob.

Il federalismo negato

Tanti interventi correttivi sulla spesa, tutti incapaci di cogliere i risultati sperati. Perché non hanno inciso sui nodi strutturali. A partire dalla questione della finanza locale. Vincoli di bilancio rigidi non sono credibili se gli enti locali non sono dotati di strumenti finanziari adeguati. Né possono essere imposti se la legislazione nazionale interviene continuamente sulla legislazione di dettaglio nelle competenze locali, riducendone l’autonomia di azione. Eppure, una corretta interpretazione del Titolo V offre la ricetta per affrontare strutturalmente questi problemi.

Fuga da Finantraz

Speriamo che Antonio Fazio, rientrato anticipatamente in Italia, prenda atto dei danni che sta arrecando all’immagine del paese. Sarebbe anche un modo per finalmente spostare l’attenzione generale sulle vere cause dell’instabilità politica che ha portato alle dimissioni del ministro Siniscalco. Il Governo ha perso il controllo dei conti pubblici. Il nuovo ministro ha cinque giorni di tempo per varare una Finanziaria che non potrà più essere elettorale. E l’opposizione deve dare segnali forti su come intende riguadagnare controllo dei conti pubblici nella prossima legislatura.

Giochi di potere in Germania

Qualsiasi governo si formi in Germania nel prossimo mese proseguirà con le riforme politiche ed economiche già intraprese. Ma sarà instabile nel lungo periodo e probabilmente non esisterà più dopo le prossime elezioni. L’instabilità politica deriva dalla crisi economica e da programmi che forniscono risposte molto simili. A dominare lo scenario politico nei prossimi decenni saranno i partiti capaci di dare una chiara prospettiva di riforma anche a quegli elettori che oggi pensano di essere gli sconfitti dei cambiamenti economici e politici in atto.

E il guardiano dei conti si ritrovò solo

Proponiamo ai lettori de lavoce il testo integrale dell’articolo di Roberto Perotti pubblicato, in data 23 Settembre 2005, su Il sole 24 ore.

Le armi del Fondo

Accrescere l’autorevolezza del Fondo monetario internazionale significa assicurargli maggiore indipendenza, più risorse e una gestione volta a criteri di efficienza più che di rispetto formale di garanzie di uguaglianza di trattamento. Ma questa necessità si scontra con gli interessi di breve periodo degli stati sovrani e con una generale inerzia nel trattare problemi di architettura economica internazionale. Superare tali ostacoli richiede un rilancio del multilateralismo, invertendo la tendenza emersa negli ultimi anni.

Più occupazione senza prodotto, un paradosso spiegato dagli immigrati

Il ruolo degli immigrati contribuisce a spiegare i due fenomeni più eclatanti rilevati dall’indagine delle forze di lavoro per il secondo trimestre del 2005: la conferma della crescita sostenuta dell’occupazione, superiore alla crescita tendenziale del Pil, e l’aumento del divario territoriale, in particolare fra Nord e Sud. Il tasso di disoccupazione scende al 7,5 per cento. Sale l’occupazione dipendente a tempo indeterminato, smentendo i timori di “precarizzazione” del mercato del lavoro. Ma nel Mezzogiorno le donne occupate diminuiscono ancora.

La paga dell’avvocato

La stretta regolamentazione di ordini professionali e tariffe non tutela i cittadini. Nel caso degli avvocati, la parcella è strettamente legata al numero di attività svolte e alla lunghezza della causa. Un incentivo distorto che ha decretato il fallimento di ogni tentativo di riforma del processo civile che ne prevedesse lo snellimento. Con un onorario in forma fissa, invece, la semplificazione diventerebbe conveniente anche per gli avvocati. In Germania, per esempio, il compenso forfetario ha ridotto i tempi dei processi, pur conservandone tutte le garanzie.

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